Non solo le “olgettine” ma anche Radio Maria, il conduttore televisivo Marco Columbro e la fondazione Bettino Craxi. Sono solo alcuni dei beneficiari di quella che gli avvocati dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi definiscono la sua «grande generosità»: bonifici per un totale di 18 milioni e mezzo di euro tra il gennaio 2006 e il dicembre 2016, di cui solo quattro farebbero riferimento alle ragazze delle “cene eleganti” di Arcore. Questo il quadro illustrato in aula a Milano dal professore e commercialista Andrea Perini, consulente della difesa dell’ex Cavaliere, sentito come testimone in una delle ultime udienze del processo Ruby Ter. Berlusconi, insieme ad altre 28 persone, è imputato di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza: secondo l’accusa, il leader di Forza Italia dal 2011 avrebbe effettuato versamenti a Karima El Mahroug detta “Ruby Rubacuori” e alle altre ragazze ospiti di Villa San Martino, per far dire loro il falso nel primo processo Ruby. In quel procedimento Berlusconi era accusato di concussione e prostituzione minorile, prima di essere assolto con sentenza definitiva nel 2015.

Tre milioni all’infermiera di mamma – La testimonianza di Perini è durata poco più di due ore e mezza, durante le quali il consulente si è avvalso di tabelle e grafici per ricostruire minuziosamente i movimenti dei conti bancari dell’ex premier, da cui trarre, secondo la difesa, un «quadro di generale generosità» dell’ex Cavaliere. Il bonifico dell’importo più elevato è di tre milioni di euro, nel 2008, all’infermiera che si era presa cura della madre, Rosa Bossi Berlusconi, morta a febbraio di quell’anno. A Columbro andò un milione di euro, mentre 30mila ad Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso nel 1979 dai Pac di Cesare Battisti. Sono molte le donne nella sezione «soggetti terzi» della consulenza. Alcune, ha detto Perini, «hanno ricevuto bonifici periodici con cadenza mensile da 2mila a 3mila euro, così come le imputate». Ad altre sono state invece versate cifre più sostanziose: 883mila euro a Cristina Ravot, la cantante sarda che sempre in aula ha raccontato di aver avuto in regalo una casa a Roma da 1,7 milioni, 630mila ad Albertina Carraro, 614mila ad Anna Restivo e così via. Ma ci sono anche donazioni «a titolo di liberalità» a enti e associazioni di vario tipo: dai 20mila euro di Radio Maria ai 200mila per l’Aquila Rugby, passando per i 13mila al Comune di Torino e i 50mila al “Progetto cuori in coro”. C’è spazio anche per Marta Fascina, attuale compagna dell’ex presidente del Consiglio: a lei 24.500 euro tra il luglio 2013 e il maggio 2016. Perini ha anche sottolineato che nel periodo analizzato sui conti di Berlusconi sono arrivate somme per «un ordine di grandezza di 2,5 miliardi di euro, entrate che gli vengono da varie società e holding».

La questione dei conti esteri – Il gran numero e la varietà dei bonifici descritti nella consulenza saranno alla base della strategia difensiva di Berlusconi, volta a dimostrare l’assenza di prove sul fatto che i pagamenti alle “olgettine” servissero a influenzare le loro testimonianze. Ma l’importo a cui fa riferimento Perini, un totale di 4,1 milioni versati alle ragazze, non corrispondono alla cifra che l’accusa riporta nel capo di imputazione. I pubblici ministeri milanesi contestano all’ex premier somme per oltre 8 milioni di euro, di cui 5 alla sola El Mahroug e 1,2 consegnati in contante dal ragioniere di fiducia del leader di Forza Italia, Giuseppe Spinelli. Nella consulenza non c’è traccia dei bonifici a “Ruby”, che invece secondo l’accusa sarebbero partiti da conti esteri. E, alla domanda del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano (titolare dell’inchiesta insieme al pm Luca Gaglio) se potesse escludere che Berlusconi avesse dei conti fuori dall’Italia, Perini ha risposto: «Non posso escluderlo, io ho analizzato questi conti».

Prossime tappe – Il processo Ruby Ter riprenderà il 16 e il 23 marzo con le audizioni degli ultimi testimoni. Dal 30 marzo dovrebbe partire la requisitoria dei pubblici ministeri. Le ultime battute di un dibattimento durato quasi cinque anni e pieno di rinvii, ultimo dei quali quello per le elezioni del presidente della Repubblica: la prima udienza è stata il 3 luglio 2017.