Odio verso gli studenti e le suore. Sarebbero questi, secondo gli investigatori, i motivi alla base dell’attentato avvenuto in una scuola ortodossa – collegata al convento di Vvedensky Vladychny – di Sepukhov, a 100 chilometri a Sud di Mosca, dove un diplomato ha fatto esplodere un ordigno. Stando agli ultimi aggiornamenti continua a salire il numero dei feriti: dopo che l’agenzia di stampa russa Tass aveva parlato di otto persone coinvolte, ora sarebbero dodici gli allievi feriti, compreso l’attentatore. Per il momento non si registrano vittime.
An improvised explosive device has detonated at a women’s monastery outside Moscow, wounding at least seven people, Russian media reported Mondayhttps://t.co/cHlF8di5Jw
— The Moscow Times (@MoscowTimes) December 13, 2021
L’attentatore – Si chiama Vladisla Struzhenkov il diciottenne che nella mattinata è entrato nella sua ex scuola, dove ha fatto esplodere un ordigno rudimentale fatto da lui. «Secondo le informazioni preliminari, l’ex studente aveva pianificato di far esplodere l’ordigno fatto in casa durante le preghiere del mattino – che si stavano svolgendo all’interno dell’edificio – ma è scoppiato all’ingresso della scuola», ha detto la fonte interna alla polizia citata dalla Tass. In un primo momento si era parlato di un attentato suicida. Studenti e personale sono stati evacuati e il comitato investigativo russo ha aperto un’indagine.
Il bilancio – Nell’esplosione è rimasto seriamente coinvolto lo stesso attentatore, che ha perso una gamba. Non sembrerebbero invece preoccupanti le condizioni delle altre persone coinvolte. Restano però ancora incerte le notizie che arrivano dalla città russa: finora il ministero dell’Interno della regione di Mosca ha affermato che il bilancio è ancora «da chiarire», confermando in modo ufficiale il ferimento di sole due persone, tra cui l’attentatore, che in un primo momento era stato dato per morto da fonti di polizia.