Si attendono i risultati dell’esame del Dna per accertare che i resti umani localizzati nel casolare di Novellara, dove lo zio Danish Hasnain ha condotto gli inquirenti venerdì scorso, siano davvero quelli di Saman Abbas, la ragazza pakistana scomparsa tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021. Del suo omicidio sono accusati numerosi membri della sua famiglia, che avrebbero voluto “punirla” per il suo stile di vita troppo occidentale e contrario alle prescrizioni della religione islamica. Come scrive il Corriere della Sera, i resti si troverebbero a circa due metri di profondità, avvolti in un sacco nero.
Per riesumare ed esaminare il corpo servirà una richiesta di incidente probatorio urgente alla Corte di Assise di Reggio Emilia, in vista del processo fissato a febbraio 2023. I giudici dovranno quindi nominare il personale per dare inizio alla perizia. Ma i tempi potrebbero essere molto lunghi dato che gli atti dovranno essere notificati anche al padre di Saman detenuto in Pakistan. Una telefonata dell’uomo, arrestato alcuni giorni fa dalla polizia pakistana, sarebbe stata intercettata dopo la sua fuga dall’Italia: dalle sue parole emergerebbero gravi indizi di colpevolezza.

Saman Abbas foto ansa

Shabbar Abbas (foto Ansa)

La telefonata – «Avevamo giurato sul Corano. Chi è quel figlio di un cane che ha parlato?». Sono le parole pronunciate da Shabbar Abbas, padre della 18enne pachistana, in una telefonata al fratellastro Zaman Fahkar, rimasto nella provincia di Reggio Emilia, il 6 giugno 2021. Le nuove dichiarazioni, riportate dal Corriere della Sera, spuntano grazie al lavoro di traduzione effettuato da Riziero Angeletti, avvocato che sarà parte civile nel processo di febbraio. Shabbar apprende che l’uccisione della figlia è stata portata alla luce: «Come è uscita questa cosa? Chi è stato? Sto cercando» dice. E poi confessa: «L’ho uccisa io, per la mia dignità, per il mio onore. Non mi importa di nessuno. Se qualcuno non mi conosce ancora ora sapranno tutti chi sono».

IL RITROVAMENTO – Sarebbe stato lo zio di Saman, Danish Hasnain, a portare la Polizia penitenziaria nel luogo di sepoltura della ragazza. L’uomo di 34 anni, arrestato a Parigi il 22 settembre 2021 e detenuto nel carcere di Reggio Emilia, avrebbe condotto gli inquirenti nel casolare di Novellara, un ex caseificio, dicendo dove era stata nascosta la vittima. Il luogo indicato si troverebbe a poche centinaia di metri dall’azienda agricola dove la famiglia Abbas lavorava e viveva.
Danish è considerato l’esecutore dell’omicidio. Lo confermerebbe la telefonata fatta alla compagna in Pakistan qualche giorno dopo il fatto, in cui definisce il delitto «un lavoro fatto bene». Lo zio di Saman ha sempre negato ogni coinvolgimento nell’omicidio, nel quale sarebbero coinvolti anche i genitori della 18enne, Shabbar e la madre Nazia, e i due cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq. I quattro uomini sono stati arrestati, l’unica latitante rimane la donna.