Un Paese che offre possibilità diverse ai cittadini in base a dove nascono. È quanto emerge dal rapporto annuale di Svimez sul 2023, un organizzazione no-profit che si occupa di scovare le disparità economiche e sociali all’interno dell’Italia. Continua a rimanere alto il divario sul livello delle prestazioni sanitarie tra nord e sud del Paese, tanto da determinare una diversa aspettativa di vita in base al luogo di nascita: al nord-ovest 83,2 anni mentre al sud scende a 81,7. Cinque regioni del Mezzogiorno risultano inadempienti addirittura sui Lea (livelli essenziali di assistenza).

Per curarsi bisogna andare al nord – Secondo il rapporto Svimez, le migliori regioni per prestazioni sanitarie offerte dal Ssr (servizio sanitario regionale) sono quelle del nord (Veneto, Trentino Alto-Adige e Piemonte), mentre le peggiori sono al sud: Sardegna, Basilicata e ultima la Calabria. Anche alla luce di questi dati si comprende la fuga dei pazienti dal mezzogiorno e l’altissimo numero di assistiti fuori regione nelle zone del settentrione: la regione più attrattiva è la Lombardia mentre dalla Campania si registrano i dati più alti per quanto riguarda chi si muove per curarsi. Una disparità tra nord e sud che si riflette anche nella spesa sanitaria pro-capite la cui media nazionale è di 2140€. Spesa di soli 1818€ in Campania e scende ancora in Calabria a 1748€. Il rapporto Svimez pone anche l’accento sul fatto che ben 5 regioni del sud (Calabria, Campagna, Molise, Sardegna e Sicilia) risultino inadempienti nel rispettare i livelli essenziali di assistenza: queste cinque regioni hanno ottenuto un punteggio inferiore a 60 su un massimo di 100 in almeno una delle tre categorie prese in considerazione (prevenzione, territorialità e strutture).

Malattie oncologiche – La diversità del sistema sanitario all’interno dello Stato è visibile anche nelle visite di prevenzione: in Italia circa il 70% delle donne di 50-69 anni si è sottoposta a controlli. Di queste l’80% al Nord, il 76% al Centro, ma appena il 58% nel Mezzogiorno. Calabria maglia nera anche in questa classifica con solamente il 42,5%. Scarsa prevenzione al sud che ha causato anche un aumento del tasso di mortalità dei tumori (ogni 10.000 abitanti): 9,6 per gli uomini e 8,2 per le donne del sud contro il 7,6 e il 6,6 al nord-est.

Indicazioni – Il rapporto Svimez ha sottolineato che, una volta terminato l’effetto del Covid19, la spesa sanitaria nel Paese è tornata a diminuire. «Aumentarla – si legge nel rapporto – è la priorità nazionale. Andrebbe inoltre corretto il metodo di riparto regionale del Fondo per tenere conto dei maggiori bisogni di cura nei territori a più elevato disagio socio-economico. L’autonomia differenziata, inoltre, rischia di ampliare le disuguaglianze nelle condizioni di accesso al diritto alla salute.»