Pugni in faccia al medico per non pagare il ticket. È successo il 19 gennaio, all’ospedale Muscatello di Augusta, nel Siracusano. A farne le spese è stata Alessandra Carpinteri, medico 35enne che ieri mattina era di turno quando, secondo le prime ricostruzioni, è stata aggredita da una paziente che non ha mandato giù il fatto di non poter beneficiare dell’esenzione dal ticket sanitario. E’ solo l’ultimo episodio di una serie crescente di atti di violenza nei confronti di dottori e infermieri nelle strutture pubbliche, che hanno spinto il Viminale a promettere una maggiore vigilanza sui luoghi di lavoro.
Pugni e schiaffi dopo la visita – «La paziente, una donna di mezza età, è arrivata lamentando alcuni disturbi, l’ho visitata e poi le ho prescritto la terapia. Lei mi ha detto che aveva diritto all’esenzione e a quel punto le ho chiesto di farmi vedere la certificazione – racconta Alessandra Carpinteri. «Mi ha detto che non l’aveva con sé, ed io le ho detto che non potendo accertarla non potevo inserire l’esenzione nella ricetta. A questo punto è andata in escandescenze, ha iniziato urlare e a minacciarmi. Ho cercato di calmarla ma lei si è alzata in piedi, è venuta dietro la scrivania ed ha iniziato a colpirmi». Una volta divincolatasi ha chiesto aiuto e un tecnico dell’impianto antincendio è intervenuto per bloccare la paziente. Nel frattempo sono stati avvertiti i carabinieri e la 60enne si è dileguata ma è stata rintracciata a casa. La dottoressa ha riportato diverse contusioni, giudicate guaribili in 10 giorni.
Questione di sicurezza – «C’è rabbia e timore per non poter svolgere il lavoro in tranquillità. Non abbiamo nessuna tutela sotto il profilo della sicurezza». La dottoressa commenta così l’episodio di ieri. «In passato sono accaduti altri episodi, ma solo scontri verbali, mai un’aggressione di questa gravità. Non abbiamo nessuno che ci tuteli dal punto di vista della sicurezza: un pulsante di emergenza, un vigilante o un servizio di guardia. – conclude – Anche quando facciamo le visite domiciliari, nel cuore della notte, non sappiamo a cosa andiamo incontro». Le aggressioni al personale ospedaliero sono frequenti, specialmente di notte, e non è la prima volta che il personale medico italiano lamenta la mancanza di una adeguata sorveglianza.
Tre aggressioni al giorno – Le violenze contro gli operatori sanitari nel 2019 sono state circa 1200. Se si aggiungono i casi non denunciati il numero è ancora più alto. In Italia si verificano in media tre aggressioni al giorno e per lo più ai danni delle donne che, essendo più numerose, diventano bersaglio nel 68% dei casi. Il 65% delle aggressioni avviene di notte. I dati vengono dal Dossier violenza realizzato dalla Federazione Italiana Medici di Famiglia. A mancare sono i sistemi di video-sorveglianza, di allarme e la vigilanza notturna nelle sedi di guardia medica. Il più delle volte mancano le porte d’ingresso blindate. Il problema riguarda anche la carenza di personale: troppe postazioni notturne hanno un unico medico di guardia. Il 6 gennaio scorso, dopo l’ennesimo caso di aggressione al personale sanitario, questa volta agli operatori del 118 di un’ambulanza a Napoli, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha annunciato: «Da metà gennaio saranno attive le prime telecamere sulle ambulanze in servizio nel territorio di Napoli mentre è prevista la realizzazione da parte dei presidi ospedalieri di sistemi di video-sorveglianza collegati con le centrali delle Forze di polizia».