Ha ucciso la sua famiglia a colpi di coltello e poi si è suicidato. È successo ieri a Sassuolo, in provincia di Modena, dove – secondo quanto ricostruito dagli inquirenti – Nadin Dhahri, 38enne di origine tunisina, ha ammazzato la compagna 43enne, Elisa Mulas, i due figli maschi di due e cinque anni e la mamma di lei, Simonetta Fontana, prima di rivolgere l’arma contro se stesso e togliersi la vita tagliandosi le vene. A salvarsi solo due persone, il padre ultranovantenne della suocera, allettato per malattia, e la figlia 11enne avuta da Mulas con un altro uomo: al momento del crimine la ragazza si trovava a scuola e per questo è scampata alla strage. Per chi indaga, l’ipotesi più accreditata è quella del movente passionale.

La dinamica – Il delitto è avvenuto fra le 15 e le 16 in via Manin, non lontano dal centro della cittadina emiliana, nell’abitazione dove viveva la suocera e dove Mulas si era da poco trasferita insieme ai figli. A dare l’allarme, il personale della scuola dove si trovava l’11enne sopravvissuta: dopo che nessuno si è presentato a prendere la ragazzina e le chiamate ai cellulari dei parenti sono rimaste senza risposta, si è capito che era successo qualcosa di grave e così sono state allertate le forze dell’ordine. Quando i primi soccorritori sono arrivati, hanno trovato i cinque cadaveri uccisi da quello che poi si sarebbe rivelato essere un coltello. La stessa arma con cui l’uomo, stando alle ricostruzioni, si è tagliato i polsi. Oltre alla polizia scientifica, che per ore ha compiuto i rilievi nella casa alla ricerca di indizi e tracce, sul luogo sono intervenuti anche i carabinieri e la polizia municipale di Sassuolo che hanno transennato l’intera strada per permettere alle indagini di svolgersi. Ora la scientifica è al lavoro per dare maggiori risposte.

Il movente – Le prime indagini si sono indirizzate sulle dinamiche interne alla famiglia, a partire dai rapporti fra l’omicida, impiegato in un supermercato della zona, e la compagna, che faceva l’addetta alle pulizie. A quanto risulta agli inquirenti, i due erano prossimi alla separazione. Alcuni testimoni hanno infatti riferito di un rapporto ormai finito che più volte, nel recente passato, era sfociato in minacce da parte di lui: ci sarebbe anche un audio, registrato dalla vittima, in cui Dhahri la minacciava di morte. Da qui la scelta della donna di trasferirsi nell’appartamento della madre, dove viveva da ormai un mese e dove l’uomo andava periodicamente per vedere i figli. Non è ancora chiaro se si sia trattato di un gesto premeditato oppure se, in occasione dell’ultima visita, qualcosa abbia scatenato la furia dell’omicida.

Il precedente di lei – Per Mulas non si trattava del primo caso di violenze. Come riporta la Gazzetta di Modena, la vittima era stata maltrattata anche dal precedente compagno, il padre della figlia di 11 anni. La donna era ancora incinta della bambina quando l’ex la picchiava e minacciava: denunciato nel 2010, è stato condannato a otto mesi di carcere per stalking (poi prescritti), venendo anche privato della potestà genitoriale. «È stata una ragazza sfortunata, ha incontrato le persone sbagliate», ha detto il fratello Enrico Mulas, accorso sul luogo del delitto dopo che era stato contattato dalla scuola della nipote. «Lei, la mamma e i bimbi ci lasciano un grande vuoto».