In Italia più di 3 ragazzi su 5 si dichiarano vittime di discriminazione da parte dei propri coetanei. È quanto emerge dall’ultimo rapporto di Save the Children presentato alla vigilia della “Giornata Internazionale contro le discriminazioni”: lo studio si basa su 2.000 interviste a studenti e studentesse che frequentano le scuole superiori di tutta Italia e che vivono in un quadro complessivo che viene definito «terribile». I motivi delle discriminazioni sono principalmente tre: l’omosessualità, il colore della pelle e l’obesità. Inoltre le discriminazioni nella maggior parte dei casi avvengono a scuola dove 9 ragazzi su 10 ammettono di essere stati testimoni diretti di casi comportamenti di emarginazione.

Uno su tre non denuncia – Dall’indagine realizzata da “SottoSopra” (il Movimento giovani di Save the Children) emerge come il 61% dei ragazzi intervistati abbia subito direttamente un caso di discriminazione da parte dei propri coetanei. Tra questi quasi uno su cinque (il 19%) è stato escluso dal gruppo di amici, il 17% è stato vittima di voci maligne nei suoi confronti, il 16% è stato deriso davanti agli altri mentre il 10% dichiara di aver subito furti. Tra coloro che sono stati oggetto di discriminazione, però, non tutti decidono di denunciare o anche solo raccontare i fatti alle persone vicine: quasi uno su tre (il 31%) non si è rivolto a nessuno, mentre il restante 60% si divide equamente tra chi ne ha parlato con i propri genitori e chi con gli amici. Solo il 5%, invece, ha deciso di rivolgersi a un insegnante.

I motivi del bullismo – Nel sondaggio è stato chiesto ai ragazzi tra i 14 e i 18 anni di spiegare anche quali fossero i motivi delle eventuali discriminazioni. L’80% degli intervistati individua in quattro le principali “etichette” dell’emarginazione: l’omosessualità, l’appartenenza alla comunità rom, l’obesità e l’essere di colore. Dopo queste, secondo 7 intervistati su 10, si posizionano la religione islamica, la povertà e la disabilità. Nello specifico, quasi un ragazzo ogni cinque dichiara di essere stato testimone diretto di offese contro l’omosessualità o la presunta obesità di un altro coetaneo (nel 10% dei casi di sesso femminile). Il 9% dei giovani ha assistito a discriminazioni sul colore della pelle e nel 7% perché la vittima era affetta da qualche forma di disabilità. Spesso, inoltre, il fenomeno delle discriminazioni viene sottovalutato dagli stessi coetanei: il 13% degli intervistati ha detto che «picchiare i compagni di classe odiosi significa solo dargli una lezione» mentre quasi 1 su 3 ritiene «giusto maltrattare qualcuno che si è comportato come un verme». E questo è il tema più toccato nel rapporto: «La discriminazione esiste ed è pericolosa – scrivono i giovani di “SottoSopra” – fa male a tutti, a chi discrimina e a chi è discriminato. È terribile come ne siamo assuefatti, non la vediamo e se la vediamo, la giustifichiamo. Dobbiamo smettere di chiudere gli occhi, smettere di trovare scuse, di dirci che sono scherzi tra ragazzi, che c’è una giusta motivazione».

I casi di bullismo a scuola – Nell’ultimo mese in Italia sono stati molti i fenomeni di bullismo e discriminazione che si sono consumati nelle classi di scuola superiore. A fine gennaio a Gela (Caltanissetta), tre giovani italiani hanno preso di mira un compagno di classe di origine senagalese e dopo averlo minacciato più volte lo hanno picchiato selvaggiamente. Adesso il Tribunale dei Minori di Caltanissetta indaga per estorsione, stalking e lesioni aggravate nei confronti dei tre studenti. Dieci giorni fa, invece, alla scuola media Portuense di Roma un dodicenne di origine egiziana è stato picchiato da un gruppo di compagni più grandi mentre martedì è emerso un nuovo caso di razzismo a Bari: un gruppo di studenti si è rivolto a un compagno di classe di religione musulmana con queste parole: «Non ti avvicinare. Puzzi perché mangi troppa frittura anche la mattina a colazione».