Città paralizzate, servizi di car sharing in tilt e traffico congestionato. È l’effetto lo sciopero nazionale dei tassisti del 21 novembre. L’agitazione, prevista dalle 8 alle 22, disporrà anche un presidio di protesta davanti al ministero dei Trasporti per tutto l’arco della giornata. L’ultimo tentativo per scongiurare la protesta è fallito ieri sera, ma non è bastato: secondo i tassisti, nonostante alcune “irrilevanti variazioni sulle piattaforme tecnologiche”, non c’erano gli elementi sufficienti per evitare lo sciopero.
Finisce la tregua – I sindacati dei tassisti hanno pubblicato un documento in cui accusano il governo di aver deregolamentato il settore del trasporto pubblico non di linea. Finisce così la tregua raggiunta a fine febbraio dopo le lunghe proteste degli autisti culminate in uno stop di 5 giorni consecutivi nelle grandi città. La mancanza di un decreto che stabilisca delle regole sui trasporti favoriscono, a detta dei sindacati, una “giungla” in cui gli Ncc (servizio di noleggio con conducente) e le multinazionali del trasporto privato come Uber possono trarre molti vantaggi organizzando servizi che non devono rispondere a norme certe. Era attesa la firma entro 30 giorni dei decreti attuativi, ma non sono arrivati.

Il ministero dei Trasporti: “Sciopero ingiustificato” – Riccardo Nencini, viceministro dei trasporti, ha parlato del mancato accordo con le parti sociali, nel tentativo di scongiurare lo sciopero, che alla fine è stato definito con stizza “ingiustificato”. «Negli ultimi tre mesi si sono tenuti ben cinque incontri con i rappresentanti di Ncc e Taxi per esaminare i principi base del riordino de settore. La conferma che intendiamo procedere con determinazione seppur in stretto contatto con le associazioni – ha affermato Nencini – l’obiettivo che il governo intende raggiungere è regolare il mercato perché i servizi resi ai cittadini siano più efficienti e più adeguati alla domanda».

La situazione – A farne le spese i cittadini: all’aeroporto di Fiumicino e alla stazione di Roma Termini i passeggeri in arrivo vengono diretti alle fermate dei bus, le cui corse sono state aumentate per l’occasione. I monitor dello scalo informano i passeggeri stranieri sullo stato dell’agitazione. Inoltre, nel parcheggio di fronte ai Terminal dell’aeroporto è stata allestita una zona dedicata al carsharing. Situazione simile anche in città come Milano, Torino, Firenze e Napoli dove l’agitazione sta creando un impatto pesante sul traffico: aumenta il numero delle auto in carsharing, così come quello dei mezzi privati che intasano i centri urbani.