Il day after la protesta di medici e infermieri contro le misure previste nel ddl Bilancio per il settore sanitario è segnato dalle polemiche sui numeri dell’adesione. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha parlato di «un’adesione esigua, poco al di sopra dell’1%» riferendosi allo sciopero nazionale di medici e infermieri del 20 novembre, indetto da Anaao Assomed (medici ospedalieri), Cimo Fesmed e Nursing up. «Percentuale lontana – ha aggiunto –, da quella dichiarata dalle organizzazioni e che peraltro è in linea con quella dello sciopero indetto lo scorso anno, dalle stesse sigle, che si è fermato a un’adesione del 3%». Gli stessi sindacati, invece, avevano parlato di un’adesione dei lavoratori di categoria dell’85%.
I dati – Il ministro Schillaci ha citato dati pubblicati sul sito del Dipartimento della funzione pubblica. Il documento, consultabile online, parla tuttavia di «numeri provvisori» estratti «il giorno 20.11.2024 alle ore 18:00 su una percentuale del 24,19% di Amministrazioni che hanno inserito i dati in procedura Gepas». Ovvero, solo un quarto delle amministrazioni ha riportato i dati delle adesioni nella banca dati che raccoglie le comunicazioni in materia di scioperi relativi al pubblico impiego. Il documento, che raccoglie quindi numeri non definitivi e parziali, attesta 3.172 adesioni allo sciopero su un totale di 293.681 persone in servizio, e 53.466 di persone assenti per altri motivi. Resta da capire quali siano le amministrazioni che debbano ancora fornire i propri dati, e non è escluso che il bilancio possa cambiare nelle prossime ore. Le sigle sindacali hanno sostenuto che a saltare sarebbero state 1,2 milioni di prestazioni tra servizi di assistenza, 50 mila esami radiografici, 15 mila interventi chirurgici programmati e 100 mila visite specialistiche. Sono state garantite, invece, le prestazioni d’urgenza. La Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) ha precisato invece che lo sciopero ha fatto registrare criticità circoscritte, con «minimi disagi rilevati a macchia di leopardo nel territorio nazionale».
Lo sciopero – Risorse insufficienti, condizioni di lavoro inaccettabili, strutture fatiscenti e aumento di violenza. Il settore sanitario è sceso in piazza per protestare contro le misure adottate dal ddl Bilancio che ha stanziato per il 2025 molto meno dei 3,7 miliardi di euro promessi.