Quattro tifosi del Napoli di età compresa tra i 21 e 27 anni sono stati inseguiti e raggiunti dalla polizia stradale all’altezza dell’uscita Genova-Nervi, nel pomeriggio di domenica 8 gennaio, prima della partita Sampdoria-Napoli. Nel bagagliaio sono state trovate tre spranghe, il conducente ha dichiarato che erano sue, per questo è stato denunciato. Il sospetto è che siano state usate proprio durante gli scontri avvenuti verso le 13.30 della stessa giornata all’autogrill di Badia al Pino, nei pressi di Arezzo, dove un tifoso romanista è stato ferito con un’arma da taglio.

La dinamica della guerriglia
9 km di coda, ha fatto sapere l’Aspi, e autostrada A1 bloccata per 50 minuti verso nord. L’area di servizio teatro della battaglia è quella di Badia al Pino, la stessa che l’11 novembre 2007 era stata teatro dell’uccisione di Gabriele Sandri, tifoso laziale ucciso con un colpo di pistola dall’agente Luigi Spaccatorella. La guerriglia è iniziata intorno alle 13.30 di domenica 8 gennaio. Protagonisti dello scontro gli ultrà partenopei e giallorossi, diretti rispettivamente agli stadi Ferraris di Genova e San Siro di Milano. I primi a raggiungere l’autogrill sono stati 350 napoletani, circa 200 romanisti sono giunti poco dopo, fermandosi lungo la corsia di emergenza e percorrendo a piedi un tratto della A1. L’area era già presidiata per timore di un possibile scontro sull’Autostrada del Sole, la sicurezza ha fatto in tempo a chiudere l’autogrill, ma gli spazi esterni si sono trasformati in un campo di battaglia. Gli ultrà hanno agito a volto coperto. Prima lanci di fumogeni e sassi tra una tifoseria e l’altra, poi lo scontro nel piazzale del distributore e lungo la carreggiata. Dopo 15 minuti i romani sarebbero ripartiti. Il bilancio: un ferito da arma da taglio, il tifoso giallorosso ha raggiunto l’ospedale più vicino autonomamente ed è stato in seguito arrestato per rissa aggravata.

L’ipotetica resa dei conti
Si suppone si sia trattato di un atto programmato. A tendere l’agguato, secondo le prime indagini, sarebbero stati i napoletani. È probabile che si tratti di una resa dei conti tra le due tifoserie, nemiche da tempo. L’omicidio del napoletano Ciro Esposito nel quartiere romano di Tor di Quinto per mano di un tifoso romanista nel 2014 si inscrive, insieme alla recente scontro, nel quadro dell’odio tra le due fazioni. 80 tifosi sono stati identificati e scortati fino a rispettivi stadi, la polizia continua a visionare video sui social e filmati della videosorveglianza per risalire ai responsabili.

Le parole delle autorità
«Devono pagare di tasca loro per aver bloccato il traffico e mai più allo stadio» queste le parole del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini a seguito degli eventi. Il ministro dello Sport Andrea Abodi ha dichiarato: «Non sono tifosi e non c’è errore più grande che fare di tutta l’erba un fascio. Nel 2023 paga chi sbaglia, e mi auguro che succeda anche per i teppisti che si sono scontrati sull’A1». Intanto il sindacato di polizia Coisp ha chiesto la sospensione delle trasferte dei tifosi fino alla fine della Champions e l’applicazione della Daspo a vita per i colpevoli.