ANSA / Mourad Balti Touati

Un’altra sconfitta per Attilio Fontana. Il presidente della Regione Lombardia, dopo essere stato al centro delle polemiche per i ritardi sui vaccini e aver sostituito l’assessore al Welfare Giulio Gallera con Letizia Moratti, ha dovuto incassare la sentenza del Tar sulla riapertura delle scuole superiori. Il tribunale ha infatti accolto il ricorso del comitato ‘A scuola!‘ contro la decisione della Regione di prolungare la didattica a distanza almeno fino al 25 gennaio 2021. Nella sentenza si legge che l’ordinanza denota «contraddittorietà e irragionevolezza», in quanto «il pericolo che vuole fronteggiare non è legato alla didattica in presenza in sé e per sé, ma al rischio di assembramenti correlati agli spostamenti degli studenti». Secondo il Tar non sussiste alcun motivo valido per vietare agli alunni di tornare in aula, ma si dovrebbe intervenire semmai rafforzando e mettendo in sicurezza la rete dei trasporti pubblici. I giudici amministrativi fanno anche notare come la decisione di prolungare la didattica a distanza non sia di competenza regionale, davanti ad un Dpcm nazionale che prevede la presenza prima al 75 e poi al 50 per cento. Una sconfitta su tutta la linea quindi per il presidente leghista Fontana, ma la battaglia sembra lontana dalla fine.

Appelli – «L’eventuale e ulteriore sospensione o limitazione della didattica in presenza è soltanto una misura residuale», aveva detto la ministra all’Istruzione Lucia Azzolina nella giornata del 13 gennaio, ricordando ancora una volta come la scuola rappresenti «un’àncora di sicurezza e salvezza per molti dei nostri studenti e studentesse». «Per questo – ha continuato la ministra – la didattica digitale, strumento utile per la gestione dell’emergenza sanitaria in un primo momento e risorsa per la scuola del futuro, non potrà mai sostituire quella in presenza». Un appello che è stato ascoltato dal Tar lombardo, la cui sentenza di permettere agli istituti di riaprire ha suscitato l’esultanza del comitato ‘A scuola!’. Festeggiamenti anche all’interno del gruppo regionale del Pd: «Ora la scuola deve riaprire in sicurezza – dichiara il capogruppo Fabio Pizzul – Serve un piano capillare di screening per vigilare sulla nascita di eventuali focolai. Scuola e sicurezza devono andare di pari passo».

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Il nostro ricorso al Tar per l’annullamento dell’ordinanza di…

Pubblicato da A scuola su Mercoledì 13 gennaio 2021

 

Incertezza – La Regione Lombardia ha comunque annunciato che intende sporgere reclamo contro la decisione del Tar. «Il Giudice non ha tenuto conto – si legge in una nota – della possibilità per le Regioni di adottare misure più restrittive rispetto a quelle previste nei vari Dpcm». Il destino degli studenti è quindi ancora incerto. E nonostante teoricamente gli istituti lombardi possano riaprire già nella giornata del 15 gennaio, molti non sono ancora pronti a riaccogliere i propri alunni e intendono aspettare la decisione del Comitato tecnico scientifico e del ministro della Salute Roberto Speranza. Nel nuovo decreto legge che il governo varerà entro il 15 gennaio, la Lombardia potrebbe tornare ad essere zona rossa, misura che comporterebbe quindi una nuova chiusura per tutte le scuole superiori della regione.