Forse voleva essere un gioco, un selfie con alle spalle un treno in corsa. Ma, ma se gioco era, è finito in tragedia. Leandro Celia, 13enne di Petrizzi, paesino in provincia di Catanzaro, il pomeriggio dell’8 marzo è stato travolto e ucciso dall’intercity Crotone-Reggio Calabria. Quando è stato investito, il ragazzino si trovava con altri due coetanei, scappati a causa della paura e dello shock e ritrovati, terrorizzati, qualche ora dopo. I due amici avrebbero riferito di aver gridato al loro amico di fuggire e di essersi poi allontanati nel buio dopo l’incidente senza capire cosa fosse realmente accaduto. Il macchinista del treno, sconvolto, ha raccontato di aver cercato senza successo di fermarsi.

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Soccorritori a Soverato, luogo dell’impatto

Le circostanze – Partiti nel primo pomeriggio con l’intenzione di andare a Catanzaro, i tre, arrivati in un tratto di ferrovia poco illuminato che corre in aperta campagna a Soverato – una frazione a metà strada tra il loro paese d’origine Petrizzi e il capoluogo della Calabria – secondo le prime ricostruzioni avrebbero deciso di scattarsi un selfie con alle spalle il convoglio in corsa. La sfida: vedere chi riusciva a scattare la foto con il treno più vicino, per poi postarla sui social. I due amici si sono scansati in tempo, riuscendo a evitare l’impatto, ma il 13enne è rimasto troppo a lungo sui binari ed è stato travolto.
La polizia, però, col proseguire delle indagini ha iniziato a mettere in dubbio questa ipotesi. «I due amici di Leandro Celia hanno escluso che si stessero facendo un selfie», ha dichiarato al giornale radio Rai il Vicequestore aggiunto della Polizia ferroviaria Barbara Caccia. «I ragazzi – ha proseguito Caccia – stavano attraversando il ponte ferroviario pensando di percorrere la strada più diretta per arrivare nel centro di Soverato». Gli investigatori stanno esaminando il cellulare della vittima, ma le ultime ricostruzioni sembrano smentire che i tre amici si stessero facendo foto con gli smartphone.

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Ferrovie (e selfie) pericolosi – Selfie o no, secondo la Polfer, la Polizia ferroviaria, l’incidente «richiama ancora una volta l’attenzione sui pericoli dello scenario ferroviario, spesso poco noti o sottovalutati». I dati del 2016 hanno registrato un aumento della mortalità complessiva per incidenti accidentali del 63% rispetto all’anno precedente. 72 le vittime per investimento, quasi raddoppiate. Per arginare la situazione le forze dell’ordine hanno aumentato i controlli presso le stazioni e hanno deciso di usare soprattutto l’arma della prevenzione. La Polfer, con il sostegno del Miur, porta da tre anni nelle scuole il progetto Train…to be cool, con lo scopo di informare sui pericoli legati ai mezzi ferroviari.
Anche il numero di vittime da selfie estremi è in continua crescita. Una moda dilagata negli ultimi anni e divenuta celebre a causa di alcune modelle russe, impegnate a immortalare le loro grazie sospese in cima a vertiginosi grattacieli o in altre situazioni al limite. Secondo una ricerca di un team di ricercatori universitari indiani e statunitensi questa pratica, nota anche come killfie, avrebbe causato 127 morti negli ultimi due anni.