Un uomo gentile, che non dava mai fastidio a nessuno e che ricordava i nomi di tutti, con il sorriso sempre sulle labbra. Così la comunità di Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli, ricorda il 43enne ghanese Fredierick Akwasi Adofo, vittima nella serata di lunedì 19 maggio di un pestaggio subito da due sedicenni, in cui l’uomo ha perso la vita. Ancora da chiarire le cause della violenza patita dal senzatetto che viveva in Italia da più di 10 anni.
Pestaggio e indagini – Adofo stava dormendo sulla sua panchina nel Parco Piemonte, a Pomigliano d’Arco, quando è stato assalito da due uomini che hanno cominciato a prenderlo a calci e pugni fino a che non è caduto a terra. I due aggressori hanno proseguito il pestaggio, concentrandosi soprattutto sulla testa e sul volto. Trasportato in ospedale in codice rosso, Adopo è morto poche ore dopo il ricovero a causa di un grave trauma cranico e di un’emorragia cerebrale. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’atto violento non avrebbe nessuna causa scatenante. I due fermati sono entrambi 16enni residenti a Pomigliano. Uno è italiano mentre l’altro è di origine rumena. Sono stati ripresi durante il pestaggio dalle telecamera di sorveglianza delle attività commerciali della zona ma decisivo per l’identificazione è stato il monitoraggio dei loro canali social, dove erano stati pubblicati numerosi contenuti che inneggiavano alla violenza e alla vita criminale. L’accusa è di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà.
La storia – Fredierick Awasi Adofo era arrivato in Italia nel 2012 dal Ghana, attraversando prima il Sahara e poi il Mediterraneo. Era arrivato a Pomigliano e si era sistemato provvisoriamente in un albergo insieme ad altri 50 migranti. Qui aveva preso contatti con i volontari della parrocchia, che lo avevano aiutato a conseguire il diploma di scuola media. Negli ultimi anni passava le sue giornate al Parco Piemonte, dove si guadaganava da vivere con le offerte dei clienti del supermercato che si trova di fronte, che aiutava con le borse della spesa. Da Pomigliano d’Arco aveva deciso di non andarsene più, fino a lunedì notte, quando due teppisti hanno posto fine alla sua vita senza alcun motivo apparente.
Il commento – Il sindaco di Pomigliano d’Arco ha elogiato le autorità per il modo in cui hanno condotto le indagini: «Mi congratulo con i carabinieri per la rapidità di intervento e per aver individuato i presunti responsabili di un delitto atroce che ha traumatizzato la nostra comunità. Ora che la giustizia faccia il suo corso. I funerali saranno a spese del Comune». Anche la comunità del paesino in provincia di Napoli ha mostrato solidarietà per il decesso del clochard ghanese, vittima già di altre aggressioni in passato, organizzando delle fiaccolate in sua memoria. Sulla panchina dove è stato ucciso qualcuno ha lasciato un biglietto anonimo: «Perdonaci, se puoi».