Il termometro del benessere psicofisico, per molti di noi, passa anche per la sessualità. Durante la quarantena per l’emergenza coronavirus, secondo il sondaggio della piattaforma MioDottore, un terzo degli italiani ha ammesso di non aver avuto o di non desiderare rapporti sessuali. Dall’altra parte, c’è il dato dei siti di intrattenimento per adulti come Pornhub, che hanno registrato un picco delle ricerche su internet. Le app per incontri come Tinder, invece, non hanno rilevato un’impennata di download. Organizzare primi appuntamenti è sempre stato difficile, ora fra mascherine, paura del virus e distanziamento sociale l’incontro appare ancora più complesso. L’autoerotismo, il sexting e la seduzione virtuale sembrano essere le soluzioni più gettonate. Ma come cambieranno i rapporti quando potremo finalmente rivedere liberamente tutti? Il dottor Marco Rossi, psichiatra e sessuologo, traccia un quadro positivo per il futuro.

I numeri – In situazioni difficili, come una guerra o come in questo caso una pandemia, l’eros può essere stimolato dalla tensione? «Il sesso può essere un conforto. Ma in questo caso non è capitato così frequentemente come si è portati a pensare perché i livelli di ansia e angoscia sono molto elevati. Quando c’è ansia il sesso non ne beneficia», spiega il sessuologo. Durante il lockdown, secondo il sondaggio della piattaforma dei medici online, un quinto degli italiani, il 20%, ha ammesso di litigare più spesso con il proprio partner, il 2% ne sta riscoprendo i lati più negativi, mentre il restante 78% convive serenamente. Ci sono però tre situazioni da considerare: le coppie che hanno convissuto in tutta la Fase 1, quelle che sono rimaste lontane per tutto il periodo e i single. Secondo il dottor Rossi, «la quarantena ha stravolto le modalità dei rapporti sociali nelle relazioni occasionali o nelle relazioni non stabili, ma anche nei rapporti in tante famiglie e tante coppie. Il lockdown non ha solo congelato ogni capacità seduttiva, ma l’ha anche cambiata».

Un tabù – Il contatto fisico è un momento di gratificazione e di leggerezza. Ma il coronavirus ha imposto distanza. La tensione per la malattia ha così ristretto il desiderio verso l’altro e il sesso sembra essere diventato un tabù. Pedro Almodóvar, il noto regista spagnolo, durante la quarantena ha pubblicato una serie di saggi e riflessioni. Uno è dedicato alla gestione della sessualità. Almodóvar racconta di avere letto un articolo sulle strategie per calmare l’assenza da contatto fisico e di aver deciso così di telefonare ai suoi più cari amici per informarsi sulla loro libido. Il risultato è che tutti, regista compreso, hanno notato un calo della necessità sessuale e con esso anche un inevitabile calo nel business del sesso. Per combattere «questa tristezza», così come la chiama Almodóvar, il regista ha elencato una lista di film per sopravvivere alle giornate di solitudine.

Il cambio di rotta – Per combatterle, comunque, non ci si è affidati agli incontri organizzati online. Secondo le stime di Sensor Tower, sito che rileva l’andamento delle app, i download di applicazioni come Tinder, Grindr e Lovoo non sono aumentati durante la quarantena. Organizzare un appuntamento in coda al supermercato non ha destato interesse, piuttosto si è visto un cambio di strategia nell’approccio uno-a-uno. La richiesta e l’invio di fotografie intime, infatti, sono aumentati in maniera quasi «imbarazzante», racconta Adelaide, una fruitrice di Tinder. «Mi sembra che nelle ultime settimane non ci sia più interesse a conoscere qualcuno, si vuole subito andare al sodo», aggiunge. Da cosa può nascere il desiderio di mandare foto intime via chat? «Si tratta della scelta del male minore. Laddove non ci si può vedere o incontrare per tenere alto il gioco eccitatorio, ci si è buttati sul sexting e sull’invio di immagini. Non è più solo una cosa da ragazzini ma una sorta di necessità», spiega Rossi. E ancora: «È molto naturale usare piattaforme per incontro in diretta (come Skype, Zoom o Facetime, ndr) anche se da lontano. È un amore virtuale che utilizza il mezzo tecnico per cercare di essere più vicini, così come la seduzione. La sessualità diventa totalmente virtuale. Non c’è un incontro dei corpi ma via chat vi è uno sfregamento di parole con altre parole». Una tendenza, quella della “sessualità virtuale”, che si riflette anche nell’aumento dell’upload di video hot amatoriali sul web, che (come riporta Business Insider) registra una media di +30% al giorno su YouPorn, Pornhub e Onlyfans.

La strategia – A proposito di YouPorn, attraverso un’abile strategia di marketing il noto sito pornografico ha ottenuto un +57% di visite in Italia. «Siamo qui per te a prescindere da quanto durerà», dice lo spot. Per alleggerire il peso delle lunghe giornate in “clausura”, il portale ha regalato al proprio pubblico un servizio Premium (video senza limiti). Un grande successo, come mostra l’analisi dei dati del sito. Nel Corona Virus Traffic Update è possibile vedere Paese per Paese l’andamento delle ricerche in questo periodo di pandemia. In Italia, per esempio, le ricerche sono aumentate in conseguenza agli aggiornamenti del governo sulla situazione. Ma l’attaccamento al porno può essere un problema per la sessualità post Covid-19? «No, il porno esisteva anche prima, tranne altri casi di dipendenza dalla pornografia. Il porno non ha mai sostituito le relazioni sociali concrete», spiega il sessuologo Rossi. «Il porno è sostitutivo della sessualità di coppia quando si è adolescenti e la pornografia è sempre molto utilizzata come sostituta di una realtà. Non vedo né un rischio di un’abitudine alla pornografia, che va a sovvertire la sessualità reale, né il rischio che la piattaforma digitale possa sostituire la voglia di vedersi per un aperitivo. Il mezzo tecnico è solo un sostituto per necessità», aggiunge.

La seduzione del futuro – Dopo una parentesi di “sensualità virtuale” e dopo esserci abituati a distanze imposte da un virus tanto invisibile quanto violento, presto dovremo fare i conti con il domani. La cinesica del viso (cioè la scienza che studia il linguaggio del corpo) diventerà un enigma difficile da risolvere. «Avremo la possibilità di uscire e conoscere nuove persone, ma il distanziamento sociale e l’uso delle mascherine modificherà le regole seduttive. Con i nuovi dispositivi sanitari anche la mimica facciale non è intellegibile. Non ci sarà più il sorriso seduttivo e inoltre il distanziamento sociale crea tensione. Ci troveremo a dover rispondere a domande come: con che coraggio mi avvicino? Sarai malata/o o non lo sarai?», spiega il dottor Rossi. Rimane una certezza, il desiderio che accomuna tutti è tornare alla realtà dei contatti, senza alcun limite di parentela o obbligo verso indefiniti congiunti.