Cappadona giusto

Mauro Cappadona, 47 anni, arrestato per l’aggressione al medico di Catania

Andò a cercare la ragazza che gli aveva tamponato la macchina in ospedale, ma al rifiuto del medico di dirgli le sue generalità aveva organizzato una spedizione punitiva con altre quattro persone. Mauro Cappadona, 47 anni, fu arresto subito. Mentre i suoi complici sono stati arrestati nella mattina del 16 febbraio dalla Polizia di Catania, insieme ad altre 3 persone coinvolte nell’agguato.

I fatti – Tutto era cominciato per un banale incidente stradale, lo scorso 31 dicembre. Una ragazza aveva tamponato l’auto di Mauro Cappadona con il suo motorino, e poi era stata ricoverata in ospedale per medicare le ferite. Ma l’uomo, furioso per i danni alla sua macchina, è andato a cercare la ragazza.

E qui si è scontrato con la professionalità di Rosario Puleo, medico di turno all’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania, che si è rifiutato di dare le generalità della ragazza a Cappadona, «perché è vietato da codici e deontologia». Ma anche perché, ha aggiunto il medico, «il fatto era accaduto intorno alle 17 e io avevo preso servizio alle 20».

Cappadona, dopo aver a lungo insistito nella richiesta, in un primo momento ha lasciato l’ospedale. Ma, poco più tardi è tornato sui suoi passi insieme ad altre quattro persone per farla pagare al medico. Puleo, mentre era seduto dietro la scrivania, sarebbe stato assalito con schiaffi e pugni rimanendo ferito.

 

Le indagini –  L’aggressione è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza dell’ospedale che hanno permesso di identificare immediatamente Cappadona. L’uomo, 47 anni e pregiudicato, è stato arrestato e rinviato a giudizio per direttissima. Ma per l’arresto dei suoi presunti complici, c’è stato bisogno di approfondire le indagini.  Il primo ad essere scoperto è stato  l’operatore del 118 che, pur essendo fuori servizio, avrebbe fornito agli aggressori i codici di ingresso del pronto soccorso. L’operatore, con precedenti penali, è stato subito sospeso dall’azienda sanitaria. E oggi, a distanza di un mese e mezzo, la squadra mobile di Catania ha arrestato gli altri presunti aggressori. Nei loro confronti pendono le accuse di lesioni aggravate, violazione di domicilio, interruzione di pubblico servizio e minacce a pubblico ufficiale.