Vasilica Potincu, 35 anni. Maria Denisa Adas, 30 anni. Entrambe poco più che trentenni. Entrambe sex worker. La prima, uccisa il 24 maggio. La seconda, scomparsa dal 15 maggio.
Legnano – Nove. Le coltellate che la schiena di Vasilica Potincu ha ricevuto. La escort di nazionalità romena è stata accoltellata nella serata di sabato, 24 maggio, a Legnano, nell’appartamento in via Stelvio 6, dove riceveva i suoi clienti. A dare l’allarme, intorno alle 14.30, era stata la vicina di casa che, vedendo la porta dell’abitazione aperta, ha trovato il corpo della donna senza vita, con un coltello nella schiena. Dopo giorni di ricerche e indagini, ieri, 28 maggio, è stato individuato e fermato l’uomo accusato dell’omicidio della donna. Si tratta di Andrea Mostoni, 29enne operaio di Robecco sul Naviglio. A permettere agli investigatori di risalire a Mostoni sarebbero state le telecamere del sistema di videosorveglianza. Da queste, infatti, si vede la vittima arrivare a Legnano alle 18.30 di sabato e, subito dopo, la targa dell’auto del 29enne. Importanti anche le tracce del cellulare della vittima, analizzato per verificare i suoi ultimi contatti. Anche il telefono di Mostoni, al vaglio degli inquirenti, è stato fondamentale per verificare il suo posizionamento nell’orario compatibile con l’omicidio avvenuto, stando all’autopsia, tra le 19.00 di sabato e l’una di domenica. Interrogato oggi dal pm Ciro Caramore, che coordina le indagini, il 29enne si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Prato – Quattordici. I giorni passati da quando si sono perse le tracce di Maria Denisa Adas. La escort romana è sparita la notte fra il 15 e il 16 maggio dalla città toscana. Da ieri, un avvocato calabrese di 45 anni risulta indagato per sequestro di persona. Del coinvolgimento di un avvocato si era già parlato nei giorni scorsi in merito a un “presunto rapimento passionale“, ma la madre della vittima aveva smentito l’ipotesi del sequestro. A Prato la donna aveva diversi appuntamenti con clienti reclutati su un’app di incontri. L’avvocato calabrese era già finito nel mirino degli inquirenti, grazie ai racconti di un’amica della donna. A carico del 45enne c’è oggi un avviso di garanzia con l’ipotesi di reato di sequestro di persona. I carabinieri stanno visionando tutte le immagini dalle telecamere della zona, mentre la Procura affiderà l’incarico per analizzare impronte digitali e profili genetici repertati dai carabinieri nella stanza 101 del residence, dove alloggiava la escort. Sempre secondo le testimonianze dell’amica, non ci sarebbe stato nessun sequestro da parte dell’avvocato invaghitosi della escort, che però non ricambiava. E per questo motivo, ha aggiunto, l’avrebbe ucciso. E sostiene anche che l’avvocato e la madre di Denisa parlino con un cellulare Samsung nascosto in casa. I magistrati hanno infatti indagato anche la stessa madre, Maria Cristina, per false informazione al pm e disposto una perquisizione nella sua casa a Torpignattara. Il telefono è stato effettivamente trovato e i carabinieri del nucleo investigativo di Firenze e Prato lo stanno ora esaminando alla ricerca di informazioni che possano portare a Denisa. O al suo corpo.