Si moltiplicano sulle scrivanie dei procuratori i faldoni sui minori ricattati da persone incontrate online, che minacciano di diffondere le loro immagini più private. È il fenomeno chiamato sextorsion, estorsione a sfondo sessuale, e il coinvolgimento di bambini e ragazzi è in forte crescita dalla pandemia in avanti. Un report pubblicato dalla Direzione centrale della Polizia Criminale in occasione della Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (il 20 novembre) mostra un aumento del +94% nel solo 2021.
Come funziona – Lo scorso giugno c’è stato il caso di Marco, raccontato da La Repubblica. Il sedicenne conosce una donna su Instagram: chattano in privato, si spostano su WhatsApp, arrivano alla videochiamata su Skype. Lì la ragazza lo convince a spogliarsi, poi gli fa sapere che ha registrato il tutto, e lo pubblicherà se lui non paga 100 euro. La somma richiesta sale di volta in volta, le minacce si fanno più concrete, la storia arriva in questura. La donna fa parte di una rete che si è specializzata in questo tipo di estorsioni: come Marco ci sono stati altri 9 minorenni che a Roma hanno denunciato alla polizia una situazione simile in un solo mese.
Il report – I crimini commessi tramite web sono in aumento nel post pandemia, secondo il report della Polizia Criminale. Nel 2021 i reati di diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite (puniti dall’articolo 612-ter del codice penale), solo considerando quelli in cui la vittima è un minorenne, sono cresciuti del 25%. Sono addirittura raddoppiati i reati di vera e propria sextortion, come quello avvenuto ai danni di Marco. Si sono contati 101 casi trattati, contro i 52 del 2020. C’è poi una differenziazione per fasce d’età: se i reati contro i giovani nella fascia tra i 14 e i 17 anni sono saliti del 103%, per i bambini tra i 10 e i 13 anni si arriva al 130% in più. Questo dato è da imputare all’isolamento della pandemia: i social si sono diffusi tra persone sempre più giovani, che desideravano rimanere in contatto con gli amici. Come sottolinea il report, in questo modo si sono trovati esposti anche a pericoli che gli adulti intorno, meno a proprio agio nel mondo digital, nemmeno immaginavano. Per quanto riguarda il 2022, sembra ci sia un calo nei reati di diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite. Sui casi di sextortion invece non c’è un riferimento per l’anno in corso.
Il “sommerso” – Il dato elevato registrato nel 2021 potrebbe corrispondere a una diminuzione del “sommerso”. Tanti casi registrati equivalgono a tante denunce: è possibile che molti più ragazzi, rispetto agli anni precedenti, abbiano avuto il coraggio di segnalare alle autorità o di parlare chi hanno vicino di quello che hanno subito.
Maggiore consapevolezza – «I reati contro i minori costituiscono un crimine contro l’intera società. Pertanto, denunciarli non è soltanto un atto formale, ma un obbligo morale per l’intera collettività», conclude il report. L’attenzione di tutti deve essere perciò rivolta a maggiori iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi che comporta l’uso del web, non da demonizzare ma da usare con consapevolezza. Necessari anche gli spazi di ascolto, dove sia possibile per chi vive determinate situazioni confidarsi senza temere giudizi.