Meno 3,2 metri rispetto al livello standard. Questa è la drammatica situazione in cui si trova il Po a Ponte della Becca, in provincia di Pavia. Mancano ancora 102 giorni all’inizio dell’estate ma è già allarme siccità.
Situazione preoccupante in più regioni – Secondo gli ultimi bollettini, tre su sette distretti idrografici hanno raggiunto uno stato di severità idrica “media”. Si tratta di quello del Fiume Po, dell’Appennino settentrionale e dell’Appennino centrale. In Piemonte, dove circa il 19 per cento del territorio è a rischio desertificazione, sono già sette i comuni che ricorrono alle autobotti per il rifornimento idrico. La situazione preoccupante della regione è confermata anche da ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambientale) che in merito alle falde acquifere afferma: «L’analisi dei dati relativi al primo mese del 2023 conferma la situazione registrata durante tutto l’anno 2022, evidenziando scostamenti rispetto alla media storica del mese con valori superiori al 75° percentile». Allarmante la portata del fiume Adda (Lombardia) con 59 metri cubi al secondo, ovvero oltre il 21 per cento in meno rispetto all’anno scorso. Se le maggiori preoccupazioni sono rivolte a Piemonte e Lombardia, la situazione non è migliore in Veneto, dove i principali fiumi (Adige, Bacchiglione, Piave, Livenza) ristagnano ai livelli minimi del decennio.
Laghi in sofferenza – Anche i grandi bacini si trovano in una situazione critica. La più grande riserva idrica italiana, il lago di Garda, raggiunge i minimi storici, essendo sotto la media stagionale di oltre 50 centimetri. Spicca anche lo stato di riempimento del lago di Como che si arresta ad appena il 20 per cento. Resta abbondantemente sotto la media anche il lago Maggiore che è da poco risalito al 39 per cento.
Come si calcola la siccità – Quella idrica è una delle quattro categorie con cui viene classificata la siccità (siccità metereologica, idrologica, agricola, socio-economica e ambientale). Per misurare il grado di siccità è utilizzato l’Indice Standardizzato di Precipitazione (SPI), che permette di quantificare su una data scala temporale, il deficit o il surplus di precipitazioni nelle aree di interesse rispetto al valore medio.
VALORI SPI | LEGENDA |
SPI >2 |
Umidità estrema |
>2 SPI >1.5 | Umidità severa |
>1.5 SPI >1 | Umidità moderata |
>1 SPI >-1 | Nella norma |
>-1 SPI >-1.5 | Siccità moderata |
>-1.5 SPI >-2 | Siccità severa |
SPI <-2 | Siccità estrema |
Preoccupa la scarsità di neve – Secondo i dati di Cima Research Foundation, il deficit di risorse idriche nevose a livello nazionale raggiunge il meno 45 per cento rispetto alla media degli ultimi dieci anni, con picchi nell’area alpina (-53%) e soprattutto nel bacino del fiume Po (-61%). Le temperature invernali miti, che hanno portato a uno scioglimento anticipato delle neve sulle montagne, contribuiscono a rendere preoccupante la situazione. L’acqua contenuta nella neve è una riserva d’acqua importante nei mesi primaverili ed estivi. La prossima scadenza a cui prestare attenzione è il 4 marzo con un margine di ± 10 giorni, giorno in cui in Italia si verifica il picco di accumulo di neve.
L’appello al governo – Legambiente denuncia che più che «una nuova ondata di siccità (si tratta di, ndr) un’emergenza siccità in realtà mai finita», e chiede al Governo di intervenire con una strategia idrica nazionale. «Non dimentichiamo che la transizione ecologica deve passare anche per il comparto idrico, oggi in forte sofferenza a causa soprattutto della crisi climatica. Una siccità prolungata comporta danni diretti derivanti dalla perdita di disponibilità di acqua per usi civili, agricoli e industriali ma anche perdita di biodiversità, minori rese delle colture agrarie e degli allevamenti zootecnici, e perdita di equilibrio degli ecosistemi naturali», ha dichiarato il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti. Anche Coldiretti ha mostrato preoccupazione per le conseguenze economiche affermando che è a rischio un terzo del settore agro-alimentare.