Bambini lasciati nelle auto, come ombrelli o buste della spesa, mentre i genitori, chiusi in un bar, inseriscono l’ennesima monetina nella bocca delle slot machine. È successo due volte nel giro di tre giorni. L’ultima a Gallarate, in provincia di Varese, dove un uomo ha lasciato il figlio di due anni e mezzo in auto per circa un’ora, prima che il bambino si risvegliasse e cominciasse a piangere, attirando l’attenzione dei passanti. «Non mi sono accorto del tempo che passava», avrebbe detto il papà ai poliziotti che lo sono andati a ripescare in un bar delle vicinanze, nel centro di Gallarate.
L’uomo è un operaio di 34 anni con alcuni precedenti penali per furto, a cui ora si aggiunge la denuncia di abbandono di minore. La stessa conclusione (legale) è toccata a una coppia romana che venerdì scorso, all’alba, ha parcheggiato la macchina in via Settebagni e lasciato lì il figlio di due mesi. Una guardia giurata, in servizio alla sala slot, ha visto la scena e, passati dieci minuti, ha chiamato il 113.
Sia il bambino di Gallarate che il neonato di Roma sono risultati, poi, in buone condizioni fisiche. Non si può dire altrettanto dei loro genitori, che adesso rischiano dai sei mesi a cinque anni di reclusione. Dopo questi due episodi, i dibattito sulle slot-machine sembra destinato a riaccendersi. Proprio lunedì un rapporto del Codacons aveva portato alla luce i numeri preoccupanti sulla ludopatia. Dallo studio, che ha coinvolto 300 persone in 20 sale giochi in tutta Italia – un campione limitato dunque – è emerso come la mania da gioco colpisca la metà dei disoccupati o delle persone senza un’occupazione stabile, una casalinga su quattro, e il 17 per cento di studenti e pensionati.
Susanna Combusti