I lupi app per bambiniDelfini, dinosauri, gattini, ma anche caramelle e frutta. Linee morbide, colori semplici e soprattutto facili da usare. Ecco le slot machine a misura di bambino: applicazioni per smartphone, spesso gratis, rivolte per chi ha dai 4 anni in su e categorizzate come se nulla fosse “giochi d’azzardo”.

C’è Cats slots for kids, che si definisce una “semplice macchina da gioco” in cui si devono fare combinazioni per vincere, Dolphin, nel quale “il bambino può giocare senza il vostro aiuto” perché “basta premere un solo pulsante”. Slot Jungle, dove è un cucciolo di leone che invita a giocare. In Candy tutto ruota intorno a caramelle, lecca-lecca e cioccolatini, nell’app I Lupi ci sono 20 livelli e il baby giocatore vince un’immagine di un lupacchiotto ogni volta che ne supera uno. Tutte rivolte ai bambini dai 4 anni in sù e categorizzate, come se nulla fosse, in “gioco d’azzardo”.

Non si spendono né vincono soldi ma solo punti per giocare ancora. Perciò queste app vengono ritenute innocue, un modo tutto sommato sicuro per tenere sott’occhio i figli mentre si è impegnati a fare altro. In realtà allevano nuovi dipendenti dal gioco, destinati a ingrossare le fila dei 19 milioni di italiani che scommettono, tre dei quali già considerati giocatori “problematici”,

Delle 2200 app di slot machine una ventina sono dedicate ai bambini dai 4 agli 8 anni, molte di più quelle per ragazzi fino ai 18 anni. Che sarebbero proprio l’anello debole: secondo l’ultimo studio dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, sarebbero oltre 630 mila gli under 18 che hanno speso almeno un euro in gioco d’azzardo anche se la legge lo vieta. E il 9 per cento di questi sarebbe già a rischio dipendenza. “Ormai questo tipo di attività vengono considerate gioco, ignorando che creano dipendenza”, spiega Simone Feder, psicologo, giudice onorario presso il Tribunale dei Minori di Milano e tra i fondatori del Movimento no Slot. “Abbiamo condotto alcuni esperimenti: se in un centro commerciale si diffondono suoni di slot machine i bambini si avvicinano pronti a giocare”.

Il pericolo maggiore è che tutto sembra rientrare nella normalità, nel mondo virtuale come in quello reale. Nell’ultimo anno si sono diffuse, nelle sale gioco e nei centri commerciali, i “ticket redemption”, macchinette per gli under 18, accessibili ai più giovani perché il premio non è in denaro ma in ticket, con i quali si può giocare di nuovo fino ad accumularne il numero necessario per vincere un premi come smartphone o Ipad.

E per sul pericolo di diffusione di queste “mine sociali” è intervenuto anche Lorenzo Basso, coordinatore dell’intergruppo parlamentare sui temi del gioco d’azzardo, che il 26 febbraio ha presentato alla Camera un’interpellanza urgente al Ministro della Salute Lorenzin. “Al governo chiedo di smascherare il bluff che sta dietro questi prodotti apparentemente innocenti, ma che di fatto sono vere e proprie fabbriche di giocatori d’azzardo patologici, si legge nel documento.

Alexis Paparo