Tre milioni, o poco meno. Tanti sono gli italiani che, secondo l’ultimo rapporto di Legambiente, ogni giorno scelgono un treno regionale per raggiungere il proprio luogo di studio o di lavoro. Un numero in crescita costante, ma che potrebbe aumentare esponenzialmente se tutti i treni della Penisola fossero davvero accessibili in autonomia anche per chi ha una disabilità. Nicola Torre è uno di questi pendolari. Ha 23 anni, studia Lingue all’Università di Pisa e ogni mattina – con la sua sedia a rotelle – prende il treno da Sarzana, in provincia di La Spezia, per andare a lezione. Per accedere ai vagoni ha bisogno d’aiuto, quindi pianifica i suoi spostamenti con almeno una settimana d’anticipo: così può contattare la SalaBlu e prenotare il servizio d’assistenza per tempo.

Disagi (e reclami) da record – Nonostante le difficoltà, Nicola prende il treno da solo dal 2012 e non ha mai mancato di difendere i suoi diritti segnalando a chi di dovere eventuali disagi: gli è capitato di essere caricato nel vagone bagagli insieme alle biciclette, così come di dover attendere cinque ore un treno attrezzato per tornare a casa, senza nemmeno avere accesso a un bagno adatto alle carrozzine. Questo lo ha portato, negli ultimi cinque anni, a intrattenere con Trenitalia una corrispondenza da record: all’inizio della sua vita da pendolare Nicola ha inoltrato in media, alle Ferrovie dello Stato, dieci reclami ogni mese (escluso il periodo estivo, quando scuole e università sono chiuse), per un totale di 125 reclami in un anno e mezzo. Ma la sua non è solo una storia di ingiustizie e di ostacoli.

Nicola Torre, il giovane pendolare che insieme a Trenitalia ha progettato una maniglia per aumentare la sicurezza dei passeggeri con difficoltà motorie

La collaborazione con Trenitalia – Quella di Nicola con Trenitalia può essere una storia a lieto fine, la storia di un ragazzo tenace che – grazie anche all’incontro con interlocutori disponibili – ora potrebbe fare la differenza nella quotidianità di tante persone, disabili e non. Nel settembre del 2016, infatti, dopo esser salito a bordo dei nuovi treni regionali Jazz, Nicola ha segnalato a Trenitalia la mancanza di misure adeguate per mantenere ferma la carrozzina quando il treno è in corsa (ganascia per le ruote, cintura di sicurezza) e ha proposto all’azienda l’aggiunta di una maniglia lungo i finestrini delle postazioni per portatori di handicap, così da far sentire più sicuri i passeggeri in sedia a rotelle e i passeggeri più anziani. Trenitalia ha risposto positivamente al suggerimento del giovane –  nonostante un supporto simile non sia previsto dalle norme di sicurezza europee – e da maggio Nicola collabora con l’architetto Antonino Traina e con il dirigente dei capitreno toscani Maurizio Bissola per progettare l’ausilio più adatto. Un ultimo incontro, per l’approvazione definitiva del prototipo, era previsto nelle scorse settimane, ma per il momento è stato rimandato.

L’appello – «Ringrazio Trenitalia perché in questi mesi mi ha permesso di confrontarmi con professionisti disponibili e collaborativi per equipaggiare i treni con qualcosa di molto utile, anche se tecnicamente non richiesto dalle leggi dell’Ue», ha dichiarato Nicola a La Sestina, «ora però bisogna arrivare fino in fondo. L’attenzione su queste tematiche non deve calare. La battaglia contro le barriere architettoniche è ancora lunga». Lui, da parte sua, questa battaglia continua a combatterla anche grazie alla Onlus Voglioprendereiltreno. E spera un giorno di poter collaborare con Bebe Vio, che nel presentare i mondiali di scherma paralimpica a Roma – di fronte alla sindaca Raggi – ha definito la capitale «una città bella e impossibile per i disabili».