Da sinistra: Marylin Fusco e Nicolò Scialfa con l'ex consigliere Idv Giovanni Paladini, fondatore di Diritti e Libertà

Da sinistra: Marylin Fusco e Nicolò Scialfa con l’ex consigliere Idv Giovanni Paladini, fondatore di Diritti e Libertà

Ancora spese pazze in un Consiglio regionale. E un altro politico cade travolto da un’inchiesta. E dai conti della Guardia di Finanza.

Stavolta siamo in Liguria, dove a finire ai domiciliari è l’ex vicepresidente della Giunta regionale, Nicolò Scialfa, ora consigliere nel gruppo Diritti e Libertà, all’epoca dei fatti nelle fila invece dell’ Italia dei Valori. A lui si contestano spese ingiustificate per 70mila euro: spese che gli valgono l’accusa di peculato, oltre a truffa e falso. Scailfa, tra il 2010 e il 2012, avrebbe attinto ai fondi del suo partito, in modo inappropriato. Questa è solo l’ultima parte di un’inchiesta che in Liguria aveva fatto scoprire spese pazze per politici dell’Italia dei Valori. Oltre a Scialfa, sotto indagine tutt’ora ci sono i suoi vecchi colleghi di partito: perquisiti anche Maruska Piredda, attuale capogruppo Idv, Stefano Quaini, che ha lasciato la politica, e Marylin Fusco, che come Scialfa ha lasciato Di Pietro per Diritti e Libertà. Allora risultò che il gruppo Idv era riuscito a spendere tutti i 230 mila euro a sua disposizione prima della fine dell’anno. Dietro voce “spese di rappresentanza” si nascondevano anche parrucchiere, viaggi, cravatte nuove e frigoriferi. Eppure c’erano problemi a pagare gli stipendi dei cinque dipendenti del gruppo. Nel corso delle indagini le accuse sono aumentate, con l’aggiunta della truffa aggravata e creazione di documenti falsi.

Anche davanti all’ultimo arresto la politica sembra cadere dalle nuvole: “La notizia ovviamente mi ha colpito, sorpreso e amareggiato” ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Michele Boffa. “Non mi sono note le motivazioni che hanno indotto la magistratura a procedere, però conosco il consigliere dall’inizio della legislatura e ho avuto modo di apprezzarne il valido contributo e la collaborazione istituzionale”.

Eva Alberti