Un giorno dopo il trentesimo anniversario dalla cattura del capo di Cosa Nostra Totò Riina (avvenuta il 15 gennaio 1993), i Carabinieri di Palermo hanno assestato un altro colpo importante alla criminalità siciliana, arrestando il superboss latitante Matteo Messina Denaro. “U siccu” (così era soprannominato dai suoi affiliati) è stato individuato e fermato nella mattinata del 16 gennaio 2023 all’interno della clinica palermitana Maddalena, specializzata nella cura al cancro, dove stava effettuando un day hospital di controllo.

La caserma dei Carabinieri san Lorenzo dove è stato portato il super latitante Matteo Messina Denaro dopo l’arresto, Palermo 16 gennaio 2023. ANSA / IGOR PETYX

La vita – Matteo Messina Denaro nasce a Castelvetrano, in provincia di Trapani, il 26 aprile 1962, figlio di Francesco Messina Denaro, capo mandamento della zona e uomo di fiducia del clan dei corleonesi di Totò Riina, massimo esponente della criminalità organizzata durante gli anni ’80. Frequenta le scuole nella sua città di origine (si dice fosse anche un bravo studente) fino alle superiori, quando decide di ritirarsi dall’Istituto tecnico commerciale per seguire le orme paterne. La guerra contro le famiglie ribelli di Marsala e del Belice lo fanno presto diventare il pupillo di Riina e nel 1989 per la prima volta viene iscritto in un fascicolo, con l’accusa di associazione mafiosa, dall’allora procuratore di Marsala Paolo Borsellino. Il 2 giugno 1993, a seguito dell’attentato al commissario e vicequestore Rocco Germanà, viene iscritto nella lista dei ricercati dallo Stato per omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materiale esplosivo, oltre che per associazione mafiosa. Viene visto l’ultima volta nell’estate dello stesso anno a Forte dei Marmi, durante una vacanza con i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, affiliati di Cosa Nostra. Da quel momento in poi sparisce, iniziando la sua trentennale latitanza.

I carabinieri del Ros davanti alla clinica Maddalena dove è stato catturato il super latitante Matteo Messina Denaro, Palermo 16 gennaio 2023. ANSA / IGOR PETYX

I delitti noti – Nel febbraio del 1991 commissiona l’omicidio di Nicola Consales, direttore dell’albergo in cui lavorava Andrea Haslener, al tempo fidanzata di Messina Denaro, perché si era lamentato con la donna della presenza assidua di mafiosi nel suo hotel. Nel luglio del 1992 organizza e compie materialmente l’assassinio del boss rivale Vincenzo Milazzo e della compagna Antonella Bonomo (incinta di 3 mesi), perché si era mostrato insofferente all’autorità di Riina, di cui al tempo Messina Denaro era braccio destro. Pare che fu anche l’artefice dell’attentato, fallito, di via Fauro (Roma) nei confronti del presentatore Maurizio Costanzo e della moglie Maria de Filippi (maggio 1993). Nello stesso anno, il caso più noto di cronaca nera. Nel novembre del 1993 Messina Denaro autorizza il rapimento di Giuseppe di Matteo, figlio tredicenne del pentito Santino di Matteo (che aveva raccontato alle autorità dettagli importanti sulla strage di Capaci): dopo 25 mesi di prigionia, il ragazzo fu strangolato e sciolto nell’acido l’11 gennaio 1996. A ottobre 2020 Messina Denaro è stato condannato all’ergastolo per le stragi di Capaci e via D’Amelio in cui hanno perso la vita i giudici Falcone e Borsellino.

Aneddoti – Sono numerose le storie sul boss Matteo Messina Denaro, raccolte negli anni grazie alle dichiarazioni di ex fidanzate ed ex affiliati. Soprannominato “U Siccu” (dai suoi uomini), “Diabolik” (soprannome che si è dato da solo) o “Alessio” (come si firmava in numerose lettere), Messina Denaro è stato il leader della nuova generazione di Cosa Nostra, quella dei mafiosi imprenditori, che preferivano fare «un morto in meno e soldi in più». Si dice che negli anni in cui ricopriva il ruolo di “delfino” di Riina si vantasse di ricevere dall’Inps l’indennità di disoccupazione. Intanto viaggiava in Porsche e indossava solo abiti firmati Armani, al polso un Rolex Daytona. Alcuni pentiti raccontano che durante gli anni della latitanza ha maturato una passione per i videogiochi e per i puzzle, e che è un fanatico della cyclette, utilizzata per tenersi in forma. Mai sposato, per non avere una famiglia che potesse essere coinvolta nei suoi affari, ma con una figlia, Lorenza, che Messina Denaro non ha mai voluto conoscere e da cui lei non ha voluto ereditare il cognome.