E’ stato pensato per rendere inoffensivi gli aggressori. Ma, facilissimo da acquistare in rete e in assenza di controlli, lo spray al peperoncino nelle mani dei malintenzionati diventa un’arma per stordire un avversario in una rissa o per commettere una rapina, magari con conseguenze tragiche come potrebbe essere successo nella tragedia di Corinaldo, la morte di sei persone travolte dalla folla impazzita in una discoteca. Le legislazioni che regolano la vendita, il possesso e l’utilizzo di questi dispositivi ci sono ma non vengono fatte rispettare.

Cosa c’è dentro – La composizione degli spray di libera vendita varia da un produttore all’altro ma hanno tutti in comune l’Oleoresin Capsicum, un concentrato della sostanza che rende piccanti i peperoncini e che, in dosi massicce, mettte fuori combattimento. i produttori lo sanno e usano queste caratteristiche per le loro campagne di marketing. Cercando questi prodotti online si trovano descrizioni come: “Nel vostro aggressore provocherà l’otturazione immediata degli occhi, la perturbazione della vista, un’amarezza insopportabile in bocca e un annebbiamento visivo e cognitivo”. Tutto vero. Ma se l’obiettivo non è un aggressore ma una vittima, ecco che lo spray diviene un ottimo strumento per commettere un reato.

La legislazione – Questi prodotti sono meticolosamente normati nella loro composizione, concentrazione, dimensione e metodi di utilizzo nel Decreto Ministeriale n. 103 del 12 maggio 2011 ma gli esempi che vengono proposti da una breve ricerca sui maggiori siti di e-commerce sono in chiara violazione di diverse norme. Flaconi da 40 ml (il limite è 20), gittate superiori al limite consentito di 3 metri ma soprattutto l’indicazione che possono essere utilizzati in luoghi chiusi, assolutamente proibita dal decreto insieme alla vendita ai minori di 16 anni. Con una spesa tra i 16 e i 20 euro arriva comodamente a casa un prodotto fuorilegge con istruzioni non chiare o parziali  perché i foglietti illustrativi, che devono contenere norme, limiti e precauzioni per l’utilizzo, vengono tradotti in automatico e quasi mai revisionati.

Strumenti di offesa – Il modus operandi di chi usa lo spray per delinquere era già noto alle forze dell’ordine ma il caso della discoteca di Corinaldo lo ha portato all’attenzione del pubblico. Per fare si che non opponga resistenza, la vittima viene stordita con lo spray e viene derubata dei gioielli o del portafoglio senza che possa chiamare aiuto o reagire al furto. Una pericolosa aggravante è che questi spray vengono spesso utilizzati al chiuso, intossicando decine di persone, come forse è successo nella discoteca in provincia di Ancona. Ma quanto è successo venerdì 7 dicembre a Corinaldo non è comunque un caso isolato: ci sono stati molti precedenti e già sabato sera a Cantù (Como) un giovane ha usato lo spray in una discoteca, senza per fortuna provocare ferite e intossicazioni.