Cellule staminali

Cellule staminali, approvata la legge

Il decreto sulle staminali è legge. Mercoledì 22 maggio, con 259 sì, 2 no e 6 astenuti, il Senato ha dato il via libera al testo che consentirà a chi ha già iniziato le terapie con il metodo Stamina di continuarle, prevedendo inoltre l’avvio di una sperimentazione di 18 mesi per la quale saranno stanziati fino a 3 milioni di euro.

Il metodo Stamina, ideato da Davide Vannoni, professore di Psicologia generale all’università di Udine, consiste nella somministrazione di cellule staminali mesenchimali per la cura di particolari patologie. E’ un procedimento molto discusso, in quanto da un lato scarseggiano nella letteratura scientifica studi che ne dimostrino l’efficacia, d’altra parte questa sarebbe testimoniata dalle famiglie che utilizzano da anni questa terapia.

“Il decreto garantisce la continuità delle cure già in atto, apre una sperimentazione con tempi certi e con un finanziamento ad hoc, che darà la possibilità di verificare se il metodo Stamina sia efficace e in caso positivo aprire una nuova frontiera coniugando sempre le esigenze della ricerca scientifica alla speranza dei pazienti”, ha detto Maria Rizzotti (Pdl), vicepresidente della Commissione Sanità del Senato.

Sull’altro fronte politico, la senatrice Nerina Dirindin, capogruppo Pd in commissione Sanità, ha sottolineato l’importanza di tutelare innanzitutto il paziente: “E’ importante che si vigili sulla sperimentazione del metodo Stamina perché avvenga garantendo il livello scientifico e l’assoluta tutela dei pazienti”.

Ma una critica al testo della legge appena approvata è giunta proprio dal presidente della Stamina Foundation Davide Vannoni: “La sperimentazione, così come è stata definita dalla legge, sarà possibile solo su un centinaio di pazienti, molto lontani dai 18mila che ci hanno fatto la richiesta”, ha detto all’Ansa, aggiungendo di essere disponibile alla sperimentazione chiesta dal Ministero della Salute. “Visto che la cura non fa male, togliere la speranza alle persone oggi è un atto di crudeltà”.

Francesco Loiacono