“Stenosi diverticolare sintomatica del colon”. È il nome della malattia che ha costretto Papa Francesco a sottoporsi a un intervento chirurgico di rimozione di un tratto di intestino presso l’ospedale Gemelli di Roma. «L’operazione era programmata da tempo», chiarisce il portavoce della Santa sede, «e il Papa ha reagito bene».

«Un intervento delicato» – L’intervento si è svolto alle 15 di ieri, sei luglio, dopo il ricovero all’ospedale Gemelli di Roma,  nel cosiddetto “appartamento dei pontefici”, che già aveva ospitato Giovanni Paolo II. Accompagnato solo dall’autista e da un sacerdote, Papa Francesco è passato inosservato, raccontano i testimoni, tra medici e pazienti presenti nella struttura nell’afoso pomeriggio di Roma, e ha reagito molto bene all’operazione.
Dal linguaggio specifico della chirurgia al vocabolario di base, la malattia del Papa consiste nell’infiammazione delle pareti esterne (estroflessioni o diverticoli) del colon nel tratto chiamato “sigma”, a monte del retto, che comporta una stenosi del tratto intestinale interessato con il rischio di una completa occlusione. «Il restringimento è un ostacolo al normale transito delle feci», ha detto a La Repubblica Giovanni Battista Grassi, direttore del reparto di chirurgia generale e oncologica all’ospedale Casilino si Roma. «Può portare anche a un totale blocco, alla perforazione intestinale o ad altre complicazioni, dall’ascesso alla peritonite: perciò la rimozione del tratto interessato è un intervento delicato e complesso». Quando è possibile, l’operazione è successiva alla manifestazione di tali complicazioni – in particolare, per quanto riguarda il Papa, la perforazione dei diverticoli: «Una volta terminati infiammazione, perforazione o sanguinamento, si decide per la chirurgia. In concreto si tratta della resezione del pezzo di intestino interessato dalla malattia diverticolare e dall’eventuale stenosi», ha spiegato al Corriere della Sera Renzo Schalling, dirigente medico di primo livello dell’Endoscopia dell’ospedale di Vimercate. Oltre alla rimozione, il chirurgo Sergio Alfieri, che ha diretto l’operazione, ha quindi dovuto anche ricongiungere il tratto di colon tagliato mediante una sutura in grado di ripristinare la funzione di transito intestinale.

Cautela – L’età avanzata di Bergoglio ha pertanto spinto la sua équipe medica, guidata dal luminare della Gerontologia italiana Roberto Bernabei che ha diagnosticato il problema a febbraio, a procedere con cautela e a monitorare l’andamento della malattia per un lungo periodo prima di procedere con l’intervento. Delicato, appunto, per un paziente di 84 anni, cui non sono bastate una terapia medica e un’alimentazione adeguata, con la quale di solito si contrasta la malattia. E che ha dovuto subire all’età di 21 anni l’esportazione di mezzo polmone. Il periodo di convalescenza adesso sarà fondamentale «per poter riprendere appieno tutte le sue funzioni, senza limitazione alcuna», chiosa Giovanni Grassi.