La condanna fu raggiunta grazie a un testimone oculare. Ma ora la giustizia non lo ritiene sufficiente e decide di tornare sul delitto di Erba, l’omicidio del 2006 in cui furono uccise quattro persone, tra cui un bambino. Sono sette i reperti mai analizzati prima e che potrebbero essere sottoposti a verifiche su possibili tracce di dna. La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta di Fabio Schembri, legale di Olindo Romano e Rosa Bazzi, che chiedeva di investigare anche in quella direzione. Nel 2014 la coppia era stata condannata in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio, risalente al 2006, dei vicini di condominio.

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Sangue e capelli – Il ricorso che chiedeva le nuove perizie sui reperti mai esaminati era stato già bocciato dalla Corte d’Appello di Brescia che lo aveva giudicato “inammissibile”. Ma la Cassazione ha ribaltato la decisione. La Corte d’Appello dovrà riesaminare la questione e avrà un mese di tempo per poterlo fare. Tra i reperti ci sarebbe un capello ritrovato sulla maglia del piccolo Youssef, una macchia di sangue, mozziconi di sigaretta e un accendino.
La vicenda – Raffaella Castagna (30 anni), suo figlio Youssef Marzouk (deu anni), sua madre Paola Galli (60 anni9 e Valeria Cherubini (555 anni), vicina di casa della famiglia massacrata. Questi i nomi delle quattro vittime uccise a colpi di spranga e coltello dai condomini Olindo Romano e Rosa Bazzi nel 2006 in un appartamento affacciato su una vecchia corte ristrutturata nel centro di Erba (Como). Anche Mario Frigerio, coniuge della Cherubini, era stato colpito, ma una formazione particolare della gola gli permise di sopravvivere e riconoscere i due assalitori al risveglio dal coma. Alla base del gesto omicida ci sarebbe stata una serie di litigi tra vicini. Gli stessi che Rosa e Olindo non sopportavano più e avevano deciso di eliminare. Inizialmente era stato sospettato il marito di Raffaella e padre di Youssef, Azouz Marzouk. L’uomo aveva già sostenuto in passato che i coniugi Romano non potessero essere i veri autori dell’omicidio. E oggi ha commentato così la decisione della Cassazione: «Finalmente. Sono anni che sto combattendo per avere giustizia. Io credo che non sia stata fatta bene l’indagine. Hanno trovato Rosa e Olindo, ed era comodo indagare solo in quella direzione. Non dico che siano innocenti o colpevoli, dico solo che vanno fatti tutti gli accertamenti e gli esami necessari». Accertamenti che, se portassero al ritrovamento di nuovi elementi, potrebbero far riaprire il caso.