«Vado in discoteca, a più tardi!», ma quel “più tardi” è diventato un “mai più”. È la storia di 59 persone, tra i 16 e i 25 anni, che nella notte tra sabato 15 e domenica 16 marzo hanno perso la vita nella discoteca Pulse di Kocani, una cittadina della Macedonia del Nord distante 120 chilometri dalla capitale Skopje. Al bilancio vanno aggiunti gli oltre 150 feriti, di cui almeno 20 in pericolo di vita. La tragedia è scaturita in seguito a un incendio causato da alcuni fuochi d’artificio.

Quel che resta della discoteca Pulse (foto ANSA)

L’incidente – Quella di sabato al Pulse era una serata molto attesa per l’esibizione dei Dnk, nota band macedone. L’evento ha attratto ben 1500 persone, ben più delle 250 che il luogo poteva ospitare: non una novità per le discoteche, ma a volte il destino si incarica purtroppo di dimostrare che la procedure di sicurezza esistono per un motivo . Alle 2.35 circa, quando il concerto è in chiusura, sul palco partono i soliti fuochi pirotecnici. Le scintille però si alzano più del previsto, fino a raggiungere il “soffitto”, un telone di plastica sotto dei fogli di lamiera ondulata che prende fuoco istantaneamente. Il locale si trasforma in un inferno di fiamme e fumo. La gente presa dal panico inizia a scappare e ad ammassarsi. Nei minuti successivi si consuma la tragedia. I morti sono stati 59, tra questi anche il batterista dei Dnk, Gjorgji Gorgijev. Secondo i soccorritori, molte vittime sono state uccise dalla calca creatasi per uscire dal Pulse. Centinaia di persone sono state ricoverate nella notte negli ospedali più vicini (nelle città di Kocani e Stip), ma l’emergenza ha costretto a portarne alcune anche a Skopje. I casi più delicati potrebbero essere trattati in centri di Paesi limitrofi come Bulgaria, Turchia, Grecia e Serbia.

Irregolarità – Il sovraffollamento della discoteca non è l’unica irregolarità di questa vicenda. Al Pulse, secondo il racconto di alcuni sopravvissuti, mancava la segnaletica, le uscite di sicurezza non erano sufficienti, così come il personale e gli estintori. C’è chi racconta di aver provato a scappare dalle finestre dei bagni, che però erano bloccate da inferriate. Le autorità erano già a conoscenza di alcune dinamiche illecite nella gestione del locale, che si trovava tra l’altro sotto osservazione nell’ambito di una campagna antidroga tra i minori. «Abbiamo il sospetto che questa sia una storia di mazzette e corruzione» ha dichiarato il ministro degli Interni Panche Toshkovski. Sono già 15 le persone fermate per le indagini. Tra queste, oltre agli organizzatori dell’evento, ci sarebbero alcuni ex dirigenti del ministero dell’Economia, responsabile per il rilascio delle licenze. «Il governo farà tutto il necessario per determinare le cause di questa tragedia» assicura il primo ministro Hristijan Mickoski.