C’è attesa a Fiumicino per il volo Tap Air Portugal partito da Lisbona alle 9,28 del 19 dicembre: a bordo c’è Maurizio Tramonte, scortato dagli agenti dell’Interpol. L’uomo, 65 anni, lo scorso giugno è stato condannato definitivamente all’ergastolo insieme a Carlo Maria Maggi per la strage di Piazza della Loggia, avvenuta a Brescia il 28 maggio 1974. Dopo la sentenza della Cassazione Maggi è stato fermato a Venezia e messo agli arresti domiciliari per via delle precarie condizioni di salute, mentre un’indagine dei carabinieri del Ros ha individuato Tramonte in Portogallo, nel santuario di Fatima, intento a chiedere la grazia. Viene estradato in Italia per scontare la sua pena.
La strage – Otto persone morte e più di cento persone ferite da una bomba nascosta in un cestino della spazzatura durante una manifestazione di protesta contro il terrorismo neofascista. Questo il bilancio della strage di Piazza della Loggia, di cui Maggi è considerato l’organizzatore. Tramonte al tempo era membro dell’organizzazione neofascista Ordine Nuovo e aveva dichiarato la sua disponibilità per collocare l’ordigno di persona. Non solo: Tramonte, allora poco più che ventenne, con lo pseudonimo “Tritone”, risultava tra gli informatori dei servizi segreti militari impegnati a combattere il terrorismo neofascista, ma aveva omesso di segnalare alle forze dell’ordine l’attentato imminente.
Ordine Nuovo – L’eccidio di Brescia fu espressione violenta di un movimento extraparlamentare di estrema destra, Ordine Nuovo, che si poneva come obiettivo programmatico la rivoluzione e la ricostruzione del Partito Nazionale Fascista. Come movimento politico nasce nel 1969, in aperta polemica con la scelta di Pino Rauti – fondatore, tredici anni prima, del movimento culturale Centro studi Ordine Nuovo – di rientrare nei ranghi del Movimento Sociale Italiano. Nel novembre del 1973 il gruppo viene sciolto per decreto del Ministero della Giustizia. A capo dell’organizzazione, quando fu organizzata la strage, c’era Maggi, medico veneziano. Lo stesso che fu poi coinvolto nelle indagini e nei processi legati a un’altra strage: quella di Piazza Fontana a Milano.
Le reazioni – «Con questo passo, in ritardo e purtroppo soltanto parzialmente, rispondiamo alla domanda di giustizia dei famigliari delle vittime di quell’orribile atto criminale», ha commentato il ministro della Giustizia Andrea Orlando alla notizia dell’estradizione. Il Guardasigilli si è detto però «felice di aver mantenuto l’impegno» e ha ringraziato le autorità portoghesi per la collaborazione. Tramonte infatti verrà estradato solo oggi, ma ha cominciato a scontare la sua pena già nelle carceri portoghesi, subito dopo la conferma della Cassazione.