Intorno alle 12.00 di mercoledì 26 marzo Laura Papadia è stata trovata morta in un appartamento nel centro di Spoleto, dove viveva insieme al marito Nicola Gianluca Romita. La polizia ha ritrovato l’uomo nei pressi del Ponte delle Torri, mentre minacciava di suicidarsi e diceva ai passanti che gli si avvicinavano di aver ucciso la moglie. Una volta sventato il suicidio, Romita è stato arrestato e ha ammesso l’omicidio.

Il Ponte delle Torri a Spoleto (foto Wikimedia Commons)

Il Ponte delle Torri a Spoleto (foto Wikimedia Commons)

La cronaca – L’allarme era scattato intorno alle 10.30, quando l’ex moglie di Romita, alla quale lui aveva telefonato per confessare, aveva poi chiamato il 112 per segnalare che l’uomo aveva ucciso l’attuale compagna. Le forze dell’ordine hanno quindi fatto irruzione in una casa di Marzocca di Senigallia (Ancona), luogo in cui Romita abitava prima di trasferirsi a Spoleto e in cui ha ancora la residenza. Nell’abitazione non c’era nessuno e i vicini di casa hanno detto di aver visto l’uomo per l’ultima volta almeno una settimana prima. Nel frattempo, lui è stato ritrovato nel centro di Spoleto, nella zona del Ponte delle Torri. Minacciava di gettarsi nel vuoto e a chi cercava di avvicinarsi diceva di aver ucciso la moglie. Mentre i poliziotti sul posto cercavano di fermarlo, per poi arrestarlo e portarlo in commissariato, un’altra pattuglia è entrata nell’appartamento del centro città dove Romita e Papadia convivevano. La donna si trovava stesa a terra senza vita. Sul suo corpo non c’erano segni di violenza. La morte è avvenuta per strangolamento.

La vittima – Laura Papadia aveva 36 anni e lavorava come direttrice di un supermercato nel centro di Spoleto. Da circa due anni conviveva con il marito Nicola Romita, 47 anni e un impiego come agente di commercio per una cantina. Per Romita si trattava del secondo matrimonio. I colleghi di Papadia ieri si sono preoccupati per il mancato arrivo della donna a lavoro e una volta scoperto l’accaduto hanno scelto di chiudere anticipatamente il supermercato. Nessuno era a conoscenza dei problemi di coppia, mentre pare che l’uomo si fosse sfogato con alcuni amici. L’assassino ha ammesso anche ai magistrati che lo hanno interrogato di aver agito in seguito a un periodo di crisi con la moglie.

Femminicidi – Per definizione, secondo la legge italiana, il femminicidio è «il delitto commesso da chiunque provochi la morte di una donna per motivi di discriminazione, odio di genere o per ostacolare l’esercizio dei suoi diritti e l’espressione della sua personalità». Quello di Spoleto è il nono in Italia dall’inizio dell’anno. Uno ogni dieci giorni. I dati dell’Osservatorio Nazionale Femminicidi, Lesbicidi e Trans*cidi riportano inoltre almeno nove tentati femminicidi «riportati nelle cronache online di media nazionali e locali». Nel 2024 i casi registrati erano stati 97. Dal 7 marzo scorso, il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl che prevede l’introduzione nel sistema giuridico italiano del reato di femminicidio.