Nel pomeriggio del 4 dicembre un maremoto si è sviluppato al largo dell’isola di Stromboli, nell’arcipelago siciliano delle Eolie. Durante l’eruzione del vulcano un pezzo di cratere si è staccato dalla costa e precipitando in mare ha provocato un’onda anomala di un metro e mezzo. L’evento ha fatto scattare le sirene d’allarme ma al momento non si registrano danni o feriti. Lo Stromboli tuttavia continua a eruttare e l’attenzione rimane alta.

Da giallo ad arancione – La protezione civile ha fatto sapere via Twitter che il livello di allerta è stato portato da giallo ad arancione. Come si legge sul sito, ciò comporta il potenziamento del controllo sull’attività del vulcano. Maggiore attenzione anche al passaggio di informazioni tra la comunità scientifica e la protezione civile, in modo che la popolazione riceva aggiornamenti tempestivi e le autorità possano attuare eventuali misure preventive. La protezione civile invita quindi i cittadini a tenersi informati. Nel frattempo sull’isola le scuole sono state chiuse e il sindaco, con le altre autorità, sta valutando se fermare le escursioni sul vulcano.

Il crollo – Il distacco di materiale di domenica pomeriggio è stato causato da un’esplosione nella parte nord del vulcano, in un’area chiamata Sciara del Fuoco, un ghiaione di lava e lapilli che ricopre il fianco del cratere fino al mare. È in questa zona che si è sviluppata l’eruzione di domenica, accompagnata da esplosioni, crolli, frane e terremoti. Le prime scosse hanno preceduto l’attività vulcanica e sono state registrate domenica mattina. Il sisma principale, di magnitudo 4.6, si è sviluppato alle 8:12 al largo dell’isola di Vulcano ed è stato seguito da altre piccole scosse di assestamento. Il terremoto ha fatto franare alcune parti di costone a Lipari e ha danneggiato qualche edificio a Vulcano, ma non è stato necessario evacuare le isole.

Precedenti – L’eruzione dello Stromboli non è un fenomeno straordinario, dal momento che nel vulcano avvengono in modo regolare esplosioni ed emissioni di lapilli, cenere e colate di lava. Raramente rimane inattivo per molto tempo e al massimo si registrano periodi di quiescenza che durano qualche mese.