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Dopo la lettera inviata al Corriere del Mezzogiorno, Valeria Fedeli risponde al padre della 14enne di Afragola perseguitata e molestata da un’insegnante: «Abbiamo già avviato un’ispezione» assicura il ministro. Più di settecento telefonate e seicento sms giorno e notte, in due mesi, partono dal cellulare del professore e costringono la studentessa a cambiare scuola e città. Nonostante la denuncia del padre, l’insegnante lavora ancora nello stesso liceo: «Neanche le testimonianze, le evidenze hanno potuto qualcosa. Sta lì, continua a insegnare ai nostri figli. Che razza di legge consente una cosa del genere? Di chi possiamo ancora fidarci?».

Provvedimenti del ministero – Valeria Fedeli ha dichiarato: «È partita un’ispezione per verificare se negli atti della scuola frequentata dalla studentessa ci fosse traccia di quanto è emerso in questi giorni e l’Ufficio scolastico regionale ha chiesto alla Procura l’acquisizione del provvedimento nei confronti dell’insegnante denunciato». E assicura che raggiunto l’esito di questi approfondimenti sarà avviato un procedimento disciplinare per il docente: «Andremo fino in fondo perché è giusto, perché è doveroso, perché vogliamo vederci chiaro e perché vogliamo che la scuola sia il fondamento di una società sana, rispettosa dell’altro, che salvaguardi gli e studenti ed escluda ogni forma di violenza e di sopraffazione».

L’interrogazione della Carfagna – «Se vuoi ti spiego cosa piace ai ragazzi del liceo». Questo uno dei tanti messaggi trovati dai carabinieri sul cellulare della ragazza. Il fatto è accaduto nel Napoletano, ad Afragola, nel 2015, ma torna alla ribalta il primo febbraio di quest’anno dopo un’interrogazione della deputata Mara Carfagna al ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli. La deputata aveva chiesto al ministro di intervenire personalmente per intraprendere opportune iniziative disciplinari contro il docente poiché «le misure cautelari adottate dal gip non risultano sufficienti a scongiurare che quanto accaduto possa ripetersi nei confronti di altre studentesse considerato che il professore risulterebbe essere ancora in servizio presso l’istituto». Il ministro Fedeli ha già scritto al padre della ragazza «Signor G. V. la prego di credermi se le dico che sua figlia è nostra figlia. Vogliamo vederla vivere in libertà e serenità. Andremo fino in fondo a questa storia».

L’allontanamento – «Siamo andati dai carabinieri, che hanno fatto una ricostruzione meticolosa», dice il padre. Ma lamenta che la richiesta degli arresti domiciliari avanzata dal pm non è stata accolta dal gip del Tribunale di Napoli Nord, il quale ha disposto soltanto il divieto di avvicinamento. Il giudice ha diffidato il professore quarantacinquenne dall’«avvicinarsi mai a meno di mille metri dalla ragazzina, dalla sua abitazione e dai luoghi che frequenta abitualmente». Intanto chi è dovuta scappare dal proprio paese, Afragola, è la studentessa oggi quindicenne. Stando alle testimonianze dei familiari la ragazza avrebbe sofferto di gravi disturbi psicologici: non usciva più di casa, a volte si è ferita le braccia con una lametta e, infine, ha manifestato l’intenzione di uccidersi.

L’ordinanza – Numerosi i dettagli emersi dalle indagini: il professore stalker pedinava la ragazza prima che entrasse a scuola, aspettava che uscisse dai bagni per incontrarla, la cercava in classe per abbracciarla. Nell’ordinanza si raccontano anche i tentativi di baciarla appoggiandole la testa sul petto, sfiorandole i fianchi. Il docente le ha persino confessato il suo amore, nonostante le infliggesse poi umiliazioni e rimproveri davanti agli amici per creare un legame di sudditanza nei suoi confronti. Avrebbe cercato più volte di allontanarla dai suoi coetanei e avrebbe provato ad avere rapporti sessuali «dicendole che non andava più a letto con la moglie da un anno». Le azioni dell’uomo sarebbero ulteriormente aggravate dal fatto che «ha approfittato della disperazione dell’alunna che un mese prima dell’inizio delle molestie aveva perso la mamma».