«Mi drogo da quattro anni, da quando ho perso ogni ruolo operativo nelle mie società», queste le parole di Alberto Genovese durante il primo interrogatorio di fronte agli inquirenti. Secondo il Corriere della Sera, l’imprenditore ha ammesso di fare abuso di stupefacenti e di aver bisogno di curarsi dalla dipendenza che l’ha cambiato. «Non sono più quello di prima. Sotto l’effetto di droghe non capisco più la differenza tra ciò che è legale o illegale».

La vicenda – Alberto Genovese, imprenditore napoletano, dal 7 novembre è in carcere con l’accusa di violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni e cessione di stupefacenti ai danni di una ragazza appena diciottenne. Il fatto sarebbe avvenuto il 10 ottobre durante una delle feste organizzate nel suo attico di Milano con vista Duomo. Teatro della violenza sarebbe stata la camera da letto dell’uomo, la cui porta chiusa era sorvegliata da un bodyguard. «Da quando sono entrata in camera e ho tirato una striscia di stupefacente, che pensavo fosse 2cb (meglio nota come droga dell’alta società per il suo costo elevato, ndr) non ricordo più nulla», ha raccontato la ragazza alle forze dell’ordine. A conferma di quanto dichiarato dalla vittima, sono stati visionati i video registrati dalle telecamere di sorveglianza posizionate all’interno della proprietà. Gli stessi video che Genovese voleva far «piallare» da un tecnico informatico per cancellare ogni traccia del reato commesso.

Il personaggio – Arrestato mentre organizzava la fuga ad Amsterdam per poi partire alla volta dell’America del sud a bordo del suo jet privato, Alberto Genovese era considerato un mago della finanza. Bocconiano, fondatore ed ex amministratore delegato di Facile.it e Prima.it vanta un patrimonio di cento milioni di euro. Nella sua abitazione, all’interno di una cassaforte, sono stati trovati quaranta grammi tra cocaina, chetamina e ecstasy. 

Cellulari vietati – L’appartamento del reato è stato battezzato “Terrazza sentimento” dal suo proprietario. Al suo interno, però, di sentimento ce n’era poco: la droga servita su piatti da portata era una costante. Secondo quanto testimoniato da alcuni invitati, «lasciare il telefono era la regola a queste feste» per evitare qualsiasi fuga di immagini che avrebbe potuto danneggiare la superficie patinata ed esclusiva dell’evento. Solo le fotografie ufficiali potevano fare il giro del web con l’hashtag #terrazzasentimento. Ora sui social non se ne trova più traccia.