Ha lasciato un biglietto indirizzato alla moglie Antonella con scritto “ho fatto una cavolata”, ma senza nessuna spiegazione per il suo gesto. Nell’ufficio di David Rossi, il capoarea comunicazione di Mps suicidatosi il 6 marzo intorno alle 20.30, gli inquirenti avrebbero trovato vari biglietti accartocciati: forse un tentativo, non riuscito, di scrivere una lettera alla moglie.
Il giorno dopo, sul profilo Facebook listato a lutto, la banca si dice «attonita dal dolore» e vicina con «un fortissimo abbraccio alla moglie Antonella, alla figlia di quest’ultima Carolina e a tutti i famigliari di David in questo difficilissimo momento».
«Questo tragico evento – continua la banca – impone prima di tutto il rispetto per la persona, per il lutto della sua famiglia e di tutti noi e richiede di trovare la forza e il coraggio di andare avanti e continuare nel nostro impegno».
David Rossi, 51 anni, sposato con due figlie e molto noto in città, si è tolto la vita lanciandosi dalla finestra del suo ufficio della sede di Rocca Salimbeni e finendo in un cortile interno. Rossi non era formalmente indagato nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo Mps, ma il 19 febbraio scorso il suo ufficio e la sua abitazione erano stati perquisiti dagli uomini delle Fiamme Gialle. Nello stesso giorno erano stati perquisiti nuovamente anche l’ex presidente e l’ex dg di Rocca Salimbeni, Giuseppe Mussari e Antonio Vigni.
Gli accertamenti sulla morte del dirigente della banca sono affidati al sostituto procuratore Nicola Marini, l’unico dei quattro pm della procura di Siena che non si occupa dell’inchiesta sulla banca. Marini, accompagnato da Antonino Nastasi e Aldo Natalini, all’indomani del suicidio è entrato nella sede di Mps per un sopralluogo nell’ufficio di Rossi e ha sequestrato i biglietti per ulteriori indagini.
Alexis Paparo