Un 17enne morto e il padre trasportato in ospedale gravemente ferito. È questo il bilancio dell’ultimo incidente in montagna del 2019: un anno che si è aperto con numerosi decessi su tutto l’arco alpino e con casi che hanno sollevato accese polemiche, confermando le statistiche poco rassicuranti sugli incidenti e i decessi diffuse dal Soccorso Alpino.

L’ultima tragedia – Federick Scaramella, 17 anni, di Samolaco (Sondrio) è morto ieri – 24 febbraio – durante un’escursione con la motoslitta. Con il padre si trovava nei pressi di Mesocco, a circa 2000 metri di quota. Padre e figlio erano partiti nel pomeriggio da San Sisto (Campodolcino), in Valchiavenna, e avevano raggiunto il versante svizzero dell’Alpe di Barna. La dinamica dell’incidente non è ancora stata chiarita con ufficialità, ma la caduta improvvisa per centinaia di metri in un burrone lascia ipotizzare che i due si siano imbattuti accidentalmente in un tratto dissestato del sentiero, perdendo il controllo del mezzo. Federik è morto sul colpo, mentre il padre, Christian, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Bellinzona.

La striscia di morti – Il 2019 è iniziato con una catena di morti soprattutto tra i giovanissimi. Tra i decessi più discussi, due in particolare hanno sollevato polemiche e domande sullo stato di sicurezza delle montagne e degli impianti sciistici.
Il primo, quello di Camilla Compagnucci, 9 anni. La bimba è morta il 2 gennaio sulle piste a Sauze d’Oulx (Torino), dopo aver perso il controllo degli sci durante la discesa: l’impatto con le barriere frangivetro è stato per lei fatale. Per la sua morte, sono 4 gli indagati per omicidio colposo, tra i quali l’amministratore delegato della Sestriere Spa, azienda che gestisce gli impianti della zona.
Dopo soli due giorni, il 4 gennaio, la stessa sorte era toccata a un’altra bambina, Emily Formisano, di 8 anni, sul Corno del Renon (Bolzano), morta mentre scendeva da una pista nera con il suo slittino. Aspre polemiche si erano scatenate per il divieto di discesa in slittino scritto solo in tedesco sul cartello della pista. Anche in questo caso è stato aperto un fascicolo a carico dell’amministratore delegato della compagnia che gestisce il comprensorio sciistico del Corno di Renon.

Statistiche preoccupanti – Mentre l’opinione pubblica discute sullo stato di sicurezza degli impianti sciistici e dei sentieri montani, i dati ufficiali sugli incidenti e sulle morti in montagna del 2018 non sono ancora noti. Tuttavia, il Soccorso Alpino ha diffuso le statistiche relative al 2017, che non tratteggiano un precedente roseo. Solo nel 2017 sono stati più di 9mila gli interventi di soccorso: il dato più alto mai registrato dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Un aumento del 22%di persone soccorse rispetto al 2016 e del 20% di persone decedute: 485 i morti, 70 i dispersi e 1.253 i feriti gravi. Dati che impongono delle riflessioni sullo stato di sicurezza di impianti e sentieri montani, oltre che sul livello di conoscenza delle norme di comportamento per evitare i pericoli di un ambiente rischioso, soprattutto nel periodo invernale.