Liliana Resinovich non si è suicidata. La nuova perizia effettuata sul corpo della donna ha dato una svolta a un caso che si credeva essere già archiviato tre anni fa. Secondo l’anatomopatologa forense Cristina Cattaneo, la 63enne friulana, il cui cadavere era stato ritrovato tre settimane dopo la sua scomparsa avvolto da sacchetti trasparenti, sarebbe morta soffocata per asfissia meccanica, indotta da terzi. Secondo quanto sarebbe emerso dalla perizia, ci sarebbero nuove lesioni mai evidenziate prima, tra cui una lieve frattura alla lamina della seconda vertebra toracica. A confermare l’ipotesi di omicidio sarebbe anche il ritrovamento di una piccola quantità di peli appartenenti a terzi sui sacchetti che avvolgevano il corpo, sul pube e sugli indumenti di Resinovich. Anche se per ora non si esclude una possibile contaminazione avvenuta durante le prime perizie. Da sempre la tesi del suicidio aveva suscitato dubbi, e per questo a giugno 2023 Luigi Dainotti, il giudice per le indagini preliminari di Trieste, dispose nuove indagini indicando 25 punti da chiarire. Il 13 febbraio del 2024 era stato poi deciso di riesumare il corpo.

Il caso – Liliana Resinovich era stata trovata morta nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste il 5 gennaio del 2022, tre settimane dopo la sua sparizione. Il corpo aveva un sacco infilato dalla parte dei piedi, mentre sulla testa c’erano due sacchetti trasparenti usati per la conservazione di alimenti. Accanto al corpo non furono trovati né cellulare, né documenti, né portafogli o soldi. Tuttavia non sembravano esserci i segni di un’aggressione, e per questo si pensò subito al suicidio. A denunciarne la scomparsa fu il marito Sebastiano Visintin la sera del 14 dicembre del 2021. Aveva raccontato di averla vista per l’ultima volta la mattina stessa e di essere uscito di casa prima di lei. Resinovich sarebbe dovuta andare a casa di Claudio Sterpin, un amico che aiutava con le faccende domestiche, e con cui però aveva anche una relazione. Dalle chat emergeva che Resinovich aveva intenzione di lasciare il marito e andare a vivere con lui, versione che poi fu confermata da Sterpin stesso. Nell’agosto del 2022 i consulenti nominati dalla procura esclusero che la donna fosse stata aggredita e collocarono il momento della morte di Liliana Resinovich a due o tre giorni prima del ritrovamento del suo corpo. A febbraio del 2023 la procura di Trieste chiese l’archiviazione del caso.

Le accuse – Sebastiano Visintin vuole la verità. «Non ho nomi ma solo stranezze e parlo di Sterpin: qualche giorno prima del ritrovamento si trovava a cento metri da lì e l’indomani è andato in Questura a indicare proprio quel posto», ha dichiarato intervistato dal Corriere. Secondo Claudio Sterpin invece «il marito di Liliana conosce la verità sull’assassinio della moglie. Se non è stato lui a ucciderla, aiutato da qualcuno, è il mandante dell’omicidio per ragioni economiche».