Tutti assolti. Undici gli imputati nel processo sul cosiddetto “Sistema Sesto”, ma per i giudici del tribunale di Monza «il fatto non sussiste». La sentenza del 10 dicembre 2015 smonta le accuse alla base dell’inchiesta che girava attorno alla figura di Filippo Penati, ex presidente provincia di Milano ed ex segretario di Pierluigi Bersani, accusato di corruzione e finanziamento illecito ai partiti. Per lui il pubblico ministero Franca Macchia aveva chiesto quattro anni. Invece è stato assolto con formula piena da tutti i capi di imputazione, così come gli altri dieci imputati, tra cui la società Codelfa. Filippo Penati è stato assolto dall’accusa di preso tangenti dietro gli appalti di Serravalle, assolto dall’accusa di aver preso soldi da Di Caterina e di aver fatto carriera con la corruzione.

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Quando l’inchiesta partì, nel luglio 2011, Filippo Penati, allora dirigente del Partito Democratico, lasciò tutte le cariche pubbliche e all’interno del partito. Nel 2013 si aprì il processo. Sul banco degli imputati, oltre all’ex braccio destro di Bersani, l’imprenditore Piero Di Caterina e il costruttore Giuseppe Pasini, accusatori di Penati. Alla sbarra anche Bruno Binasco, membro del cda di Codelfa, l’architetto Renato Sarno, considerato il “tesoriere” di Penati, Antonino Princiotta, ex segretario generale della Provincia di Milano, Norberto Moser, amministratore delegato di Codelfa, Massimo Di Marco, ad della Serravalle, Gianlorenzo De Vincenzi, dirigente della Serravalle, Giordano Vimercati, ex capo di Gabinetto del Comune di Sesto e la società Codelfa. Quattro anni e mezzo di indagine, una maxi-inchiesta con undici imputati sgonfiata dalla sentenza di primo grado: tutti «assolti perché il fatto non sussiste».

Tra i capi di accusa inizialmente imputati a Filippo Penati c’era anche il reato di concussione per presunte tangenti ricevute nell’ambito della riqualificazione dell’ex area Falck a Sesto San Giovanni. Il reato era caduto in prescrizione nel maggio 2013 per via della legge Severino. Penati non vi aveva rinunciato, come inizialmente aveva annunciato, e la prescrizione era stata confermata anche dalla Cassazione. Così il processo era proseguito con le sole accuse di corruzione e finanziamento illecito ai partiti relative alla Milano-Serravalle, e si è concluso il 10 dicembre con la piena assoluzione da tutte le accuse per tutti gli imputati.

Tuttavia, il pm Franca Macchia dà una diversa interpretazione della sentenza: «gli imputati sono stati assolti con formula dubitativa», che sostituisce la vecchia “per mancanza di prove”. «Non credo si possa sostenere che il “Sistema Sesto” non esisteva» è il commento a caldo del pubblico ministero che prosegue «La prova dei fatti è stata resa più difficile dalla prescrizione che ha sfasciato il processo». L’accusa si riserva di leggere le motivazioni della sentenza, che saranno rese note tra 90 giorni, per poi valutare se impugnare o meno la decisione del tribunale di Monza.

Alessia Albertin