Guardia di FinanzaUna ripartizione degli appalti calcolata scientificamente, in modo che ognuno avesse la sua parte. Una struttura capillare, che si avvaleva della complicità di impiegati civili, ufficiali corrotti e una serie di imprenditori. Valore degli appalti: 4,8 milioni di euro. Nella mattinata di giovedì 20 febbraio la Guardia di Finanza ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip del Tribunale di Taranto Benedetto Ruberto su richiesta del procuratore aggiunto Maurizio Carbon, nei confronti di 12 persone, nell’ambito di un’inchiesta per l’aggiudicazione di 15 gare di appalto per i lavori di costruzione e ammodernamento delle unità navali della Marina militare di Taranto. Agli arresti domiciliari due ufficiali, due dipendenti civili e otto imprenditori. Tra di loro c’è anche il direttore dell’Arsenale militare di Taranto, il contrammiraglio Cristiano Nervi. 

Le accuse – Vari i reati imputati ai 12 arrestati. Nella sua ordinanza, la Guardia di Finanza parla di associazione a delinquere, turbata libertà degli incanti, corruzione e furto aggravato. Secondo la ricostruzione delle Fiamme gialle, il metodo di lavoro della banda criminale era ben rodato. Un dipendente civile dell’Arsenale della Marina di Taranto, una volta visionati i dati della gara di bando, riceveva una tangente per darli in anticipo a imprenditori e ufficiali, che così si accordavano sui dettagli. Un ufficiale veniva informato di volta in volta delle imprese partecipanti alla gara e del nome del vincitore, stabilito in anticipo. Un altro ufficiale, per far ottenere agli imprenditori l’affidamento dei lavori della Stazione navale, riceveva in cambio dei benefit, come elettrodomestici e lavori di ristrutturazione nella sua casa di proprietà. Infine, gli imprenditori avevano trovato il modo di risparmiare sui materiali, facendo trafugare a un addetto ai magazzini dell’arsenale alcuni beni appartenenti alla Marina, che venivano usati per le lavorazioni a bordo e fatturati poi dalla società incaricata di fare i lavori.

I precedenti – Non è la prima volta negli ultimi anni che la Marina Militare di Taranto viene coinvolta in scandali di tangenti e corruzione. Nel gennaio 2015, il gip del capoluogo pugliese aveva emesso ordinanze di custodia cautelare per cinque ufficiali, un sottufficiale e un dipendente civile dalla difesa: minacciando di ostacolare i pagamenti e la fornitura di servizi e materiali, gli indagati chiedevano somme non dovute agli imprenditori, pari al 10 per cento dei profitti. Un anno e mezzo dopo, nel settembre 2016, un capitano di vascello è stato indagato per aver intascato una tangente da un imprenditore che si occupava di pulizia industriale. In entrambi i casi il corpo della Marina Militare ha garantito massimo sostegno alla Magistratura.