Governo e tassisti hanno trovato un’intesa: entro il mese prossimo verrà emanato un decreto ministeriale contro il mercato abusivo. La notizia, riportata dall’Ansa, arriva a conclusione di un incontro tra il ministro dei trasporti Graziano Del Rio e le 21 sigle sindacali dei tassisti che si sono impegnate a sospendere scioperi e manifestazioni. Si chiude così la protesta delle auto bianche che nel sesto ed ultimo giorno ha bloccato la città di Roma, con scontri duri tra manifestanti e forze dell’ordine che hanno portato a quattro fermi e otto feriti di cui uno grave.
Gli scontri – La contestazione del 21 Febbraio è iniziata nelle prime ore della mattinata quando centinaia di tassisti provenienti da tutta Italia si sono organizzati in un sit-in fuori da Montecitorio. Dalla camera dei deputati la manifestazione si è poi estesa a tutte le principali vie della città fino ad arrivare al Largo del Nazareno. Qui sono iniziati i disordini. Alcuni manifestanti hanno iniziato a lanciare oggetti contro la sede del Pd mentre altri hanno intonato l’inno nazionale accompagnato dal saluto romano. Violenti scontri con la polizia in tenuta antisommossa che ha cercato di allontanare alcuni uomini armati di bastoni e tirapugni prima di chiudere tutte le vie d’accesso. Situazione analoga all’angolo di via Aquino dove i commercianti, spaventati, hanno abbassato le saracinesche dei negozi dopo che una delle vetrate circolari del palazzo settecentesco Macchi di Cellere è andata in frantumi. Disordini anche a Porta Pia di fronte al Ministero dei Trasporti dove fino a tarda sera si sono sentite grida, esplosione di petardi e bombe carta e insulti sessisti contro Linda Lanzillotta, prima firmataria dell’emendamento che prorogava al 2018 l’emanazione di un decreto ministeriale contro il mercato abusivo.
Il possibile rinvio dell’incontro – Proprio a causa di questo clima di tensione la presidente della Camera Laura Boldrini ha telefonato nella mattina del 21 Febbraio al nuovo questore di Roma, Guido Marino. «Il diritto di manifestare è garantito a tutti dalla Costituzione, ma deve essere esercitato nel rispetto di regole di sicurezza e di civile convivenza», ha dichiarato Boldrini. A distanza di poche ore è intervenuto anche Massimiliano Dona. Il presidente dell’Unione nazionale consumatori ha diffuso un comunicato stampa in cui caldeggiava il rinvio dell’incontro. In un primo momento lo stesso Del Rio sembrava aver accolto l’invito con un tweet in cui dichiarava che «si lavora insieme solo se non ci sono violenza e minacce».
Pessimo segnale l’incontro odierno tra ministro @graziano_delrio e #taxi: cosa potranno decidere? https://t.co/jxOJTXzZfj via @consumatori
— MASSIMILIANO DONA (@massidona) 21 febbraio 2017
Il sostegno del M5S – Alla fine l’incontro non è stato posticipato, complice il sostegno inaspettato ottenuto nella mattinata dai tassisti: quello dei Cinque Stelle. In un post apparso sul blog di Beppe Grillo si legge: «Il lavoro in Italia si compra. La licenza di un taxi è un investimento. Può valere dai 100.000 ai 200.000 euro. Non si possono cancellare i risparmi di una vita con un decreto, con la parola “liberalizzazione“…Chi guida un taxi può essere un impiegato licenziato che ha investito il suo Tfr, un padre che ha comprato la licenza per dare un futuro al figlio. Se si vuole liberalizzare, in modo che chiunque possa diventare tassista, vanno prima rimborsati». Secondo il leader Cinquestelle quella delle auto bianche è una reazione «dettata dalla povertà» che merita di essere difesa in Parlamento.
Blocchiamo la porcata del Pd contro i tassisti https://t.co/yaLJAVnV8S
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 21 febbraio 2017
La sindaca – Gli ha fatto eco Virginia Raggi che si è unita ai tassisti a Piazza Venezia attirandosi numerose critiche da parte dei suoi detrattori. «Siamo al fianco dei tassisti che sono arrivati a Roma da tutta Italia per dire ‘no’ alle solite riforme calate dall’alto», ha detto la sindaca capitolina. Secondo Raggi il settore deve essere riformato, ma non senza il coinvolgimento delle associazioni di categoria, delle amministrazioni locali e dei lavoratori la cui protesta ha privato «tutti noi cittadini di un servizio fondamentale e importantissimo per i trasporti della Capitale».
Le ragioni della protesta dei tassisti – L’associazione dei consumatori l’ha definita «assurda», persino dannosa nei confronti degli italiani. Ma quali sono i motivi della protesta dei tassisti? In poche parole le auto bianche si sono opposte all’emendamento Lanzillotta che prorogava al 31 Dicembre 2017 l’emanazione di un decreto ministeriale contro l’esercizio abusivo. Non è raro che il Parlamento rimandi i suoi lavori. Il decreto Milleproroghe, nato come eccezione, è diventato una consuetudine. Il problema è che le auto bianche hanno visto in questo rinvio una sanatoria per tutti quelli che sono i loro concorrenti, cominciando dalle piattaforme online come Uber fino ad arrivare al noleggio auto con conducente (Ncc), agli abusivi. Se fosse stato approvato l’emendamento Lanzillotta gli autisti Ncc non sarebbero più stati obbligati a tornare alla propria autorimessa tra un servizio e l’altro. Questo perché sarebbe stato sospeso un articolo della legge quadro risalente al 1992. Da allora la realtà è cambiata, ma non la legge. Il Parlamento e il governo hanno provato più volte a cambiarla. Un primo tentativo lo fece il centrodestra, poi ci riprovò Bersani dopo la protesta per il cumulo di licenze e la doppia targa. Allora il tutto si concluse con un nulla di fatto. Con l’accordo raggiunto tra Del Rio e sindacati,invece, un piccolo passo avanti è stato fatto.