Teatro di polemiche. La nomina del regista Luca De Fusco come direttore generale dell’associazione Teatro di Roma, avvenuta sabato 20 gennaio, ha sollevato diversi malumori che proseguono con toni sempre più aspri. Un gruppo di venti attori, tra cui Elio Germano e Matteo Garrone, ha firmato una lettera di protesta per contestare le modalità con cui De Fusco è stato nominato. D’accordo su questa posizione è anche il centrosinistra. Per la segretaria del Pd Schlein: «La destra al governo ha sempre e solo la stessa ossessione: occupare poltrone, promuovere gli amici, controllare attraverso i propri uomini le articolazioni del Paese». Oltre all’elezione viene anche contestato il compenso che è stato promesso al nuovo direttore: 150mila euro all’anno, più del doppio di quanto guadagnava quando era a capo del teatro di Catania. Per stemperare le polemiche, Federico Mollicone , presidente della commissione Cultura della Camera e responsabile cultura di FdI, apre a un possibile accordo con il Campidoglio su altri teatri: «C’è il Valle che è un teatro di pari importanza, l’India, il Torlonia, si può trovare una composizione che rispetti il Comune di Roma, ferma restando la necessità che si abbassino i toni e si smetta di dire cose non esatte» ha spiegato ad Agorà, su Rai3.

La nomina – Secondo quanto prevede lo statuto della Fondazione Teatro di Roma, istituito e aggiornato il 28 dicembre 2022, a nominare il direttore generale è il Consiglio di Amministrazione. Il Consiglio è così strutturato: un componente (che diventa presidente) nominato dal sindaco di Roma Capitale, uno dalla regione Lazio, uno dal ministro della Cultura e due dai soci sostenitori (quelli che sostengono la fondazione con denaro, beni o servizi, ndr). Se i soci sostenitori non vengono ammessi, per vari motivi, nel consiglio, i due componenti vengono espressi rispettivamente dal Comune e dalla Regione. La composizione attuale vede 3 membri nominati dal centrodestra (l’avvocato Danilo De Gaizo e la presidente di ConLirica Daniela Traldi, voluti dalla Regione e l’attore Marco Prosperini indicato dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano) e 2 membri del centrosinistra (il presidente Francesco Siciliano e la consigliera Natalia di Iorio voluti dal sindaco Roberto Gualtieri). La maggioranza è dunque espressa dal centrodestra in base a una riforma decisa dallo stesso Comune quando già era in carica il governo Meloni..

La polemica – La maggioranza in sede di Consiglio non è in discussione, ma la polemica è stata sollevata per le modalità con cui è stata effettuata la nomina. Il presidente Siciliano e la consigliera Di Iorio si aspettavano che ci sarebbe stata una discussione per individuare, tramite un compromesso, un nome che mettesse d’accordo sia la Regione, controllata dal centrodestra, sia il Comune, guidato da Roberto Gualtieri, del Partito Democratico. Anche se il Comune di Roma è in minoranza nel consiglio d’amministrazione, è proprietario materiale di tutti i teatri gestiti dalla fondazione e da solo contribuisce a due terzi del budget. Siciliano aveva annullato la convocazione della riunione di sabato 20 gennaio, perchè non poteva essere presente, ma i consiglieri del centrodestra si sono riuniti lo stesso e hanno nominato Luca De Fusco. Il presidente l’ha definita «una scelta preconfezionata che toglie ogni spazio di discussione e che taglia fuori la città». Per Sicilano, inoltre, il processo di nomina si sarebbe svolto con troppa fretta, dando l’impressione che fosse già stato scelto un candidato per cui si intendeva votare. Il consiglio di amministrazione in circa due ore e mezza avrebbe visionato 42 candidature lunghe tra le dieci e le venti pagine ciascuna, mentre nel processo precedente ci aveva messo due settimane per 19 candidature. Per Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera: «La nomina è assolutamente piena e legittima, come potranno confermare gli organismi di vigilanza».

De Fusco – Napoletano classe ’57, è residente a Roma da quarant’anni. Si è laureato al Dams di Bologna e ha iniziato la sua carriera negli anni ’80 dirigendo il festival di teatro, musica e danza delle ville Vesuviane. Dal 2000 al 2010 è stato direttore del Teatro Stabile del Veneto, per poi ricoprire lo stesso ruolo nel Teatro Stabile di Napoli dal 2011 al 2019. Ha collaborato con Radio 3 e con i teatri San Carlo, La Fenice, l’Arena di Verona e il Massimo di Palermo. Prima di essere scelto come direttore della Fondazione Teatri di Roma, nel 2022 era nella direzione del Teatro Stabile di Catania.