La Corte europea dei Diritti Umani ha emesso una sentenza definitiva dove condanna l’Italia per la gestione della Terra dei Fuochi, area campana tra le province di Napoli e Caserta. Il nome deriva dalla pratica di abbandono dei rifiuti in strada e dal loro successivo incendio ai fini di smaltimento.
La sentenza – «Data la gravità della situazione, era necessaria una strategia di comunicazione completa e accessibile», scrive la Cedu, «per informare il pubblico in modo proattivo sui rischi per la salute e sulle azioni intraprese per gestirli. Questo non è stato fatto. Anzi, alcune informazioni sono state coperte per lunghi periodi dal segreto di Stato». La Corte ha accolto solo parzialmente (e non tutti) i ricorsi di 41 persone e 5 associazioni e ha accettato parte delle obiezioni del governo. L’Italia è stata condannata con sentenza definitiva e dovrà ora introdurre misure generali per affrontare i problemi di inquinamento nelle aree interessate.
Le reazioni – Don Maurizio Patriciello, che per anni si è mobilitato per difendere i diritti degli abitanti della Terra dei Fuochi, ha commentato la notizia sui social. «Vedevamo con i nostri occhi lo scempio delle nostre terre e delle nostre vite. Grazie a tutti i volontari, grazie ai medici per l’ambiente, grazie alle Chiese campane con i loro vescovi e i loro preti». Conclude il post con una dedica: «A tutti voi che con noi avete lottato, sofferto, ingioiato lacrime e amarezze, un abbraccio grande quanto il sole». Dal governo la prima reazione è quella del vicepresidente della Commissione ecomafie, Gerolamo Cangiano, che definisce «inaccettabile» la gestione della vicenda negli anni, «una situazione figlia della criminalità organizzata e dell’inerzia di chi avrebbe dovuto intervenire prima. Sotto il Governo Meloni, la lotta ai reati ambientali e alla salvaguardia della salute pubblica è una priorità assoluta». Cangiano aggiunge che la Commissione Ecomafie sta portando avanti un’inchiesta dedicata alla Terra dei Fuochi. Dall’opposizione, il deputato Pd Marco Sarracino chiede che il governo chiarisca come intende rispettare la sentenza e si esprima riguardo alle risorse che «Vanno pianificate con la consapevolezza che bisogna poi proiettarle nel medio e lungo periodo».