Pericolo tsunami per la costa ovest di Canada e Stati Uniti, dopo una scossa di terremoto di magnitudo 7.9 registrata nel golfo di Alaska nella notte tra il 22 e il 23 gennaio. La scossa si è verificata a circa 278 km a sudest di Kodiak, a 10 km di profondità, secondo quanto riporta l’istituto geologico americano Usgs. È subito scattato lo stato di allerta nei due Paesi.

L’epicentro della scossa che ha fatto scattare l’allerta tsunami in Alaska e Canada

Allarme rientrato in Indonesia – L’allerta tsunami in Canada e Stati Uniti non è l’unica che ha interessato il Pacifico. Anche in Indonesia si è avvertita una scossa di terremoto e si è temuto un pericolo di onda anomala, subito rientrato. La gente, anche nella capitale Giacarta, si è riversata nelle strade e diversi edifici governativi sono stati evacuati. Ancora vivo è il ricordo dello tsunami del 2004, con oltre 220.000 morti e un milione e mezzo di persone lasciate senza tetto, ad oggi il più grave disastro naturale di questo secolo.

La scossa attuale, di magnitudo 6, è avvenuta davanti alla costa meridionale di Giava. L’epicentro, secondo quanto riporta l’Istituto geofisico americano, si trova a circa 40 chilometri a sud di Binuangeun, ad una profondità di 43,9 chilometri. Le 17.000 isole dell’Indonesia sono particolarmente soggette a terremoti perché il Paese è a cavallo dell’Anello del Fuoco, una serie di faglie e vulcani che causa frequenti movimenti sismici.

Allerta vulcano nelle Filippine – Un giorno nero per il continente asiatico. Da alcuni giorni infatti anche le Filippine sono in allerta a causa del vulcano Mayon, il più attivo del paese, da cui si levano fontane di lava e pennacchi di cenere alti fino a 700 metri. Più di 40.000 persone sono fuggite dai villaggi della provincia attorno al vulcano, in un raggio di 8 km, rifugiandosi nei centri di evacuazione organizzati dalle autorità. Il livello di allerta, in attesa di una possibile violenta esplosione, è di 4 su 5. Un fiume di lava e una pioggia di rocce e detriti hanno già raggiunto alcuni villaggi attorno al vulcano. Quello che ora si teme è un’eruzione esplosiva che, secondo l’istituto filippino di vulcanologia, dovrebbe verificarsi a breve, tra poche ore e un giorno.

Un morto in Giappone – Già un morto invece a causa di un’altra eruzione esplosiva nel continente asiatico, in questo caso in Giappone, a Nord-Ovest di Tokio. Il vulcano, tornato per la prima volta attivo dopo il 1983, ha innescato una valanga che ha colpito una località sciistica nel distretto di Agatsuma alle 10.00 locali (2.00 di notte in Italia). Un morto e 15 feriti è al momento il bilancio riporto dalla Jiji Press, che cita il ministero della Difesa giapponese. La vittima è un soldato che, impegnato in un allenamento di sci, era rimasto ferito gravemente dalla pioggia di sassi proveniente dal vulcano. Con lui altri militari sono rimasti feriti nell’esplosione. Tra i feriti anche “quattro persone in una teleferica, feriti da pezzi di vetro”, secondo quanto riportato dal portavoce del governo Yoshihide Suga. L’agenzia meteorologica nazionale Kishocho ha fatto appello agli abitanti nei dintorni del monte Kusatsu Shirane a non avvicinarsi al vulcano. Smentita invece la notizia di persone scomparse.

Le immagini dell’esplosione del vulcano giapponese, inattivo dal 1983