gentiloni pansa corretta

C’è una notizia cattiva. E c’è ne una (quasi) buona. La cattiva è che l’Italia continua ad essere nel mirino del terrorismo. Quella (quasi) buona è che non siamo soli, in questa situazione. Questo il sunto della relazione annuale della Presidenza del Consiglio e del Dis – Dipartimento delle informazioni per la sicurezza – sulla politica di sicurezza italiana. Gli 007 italiani tracciano un quadro di sostanziale equilibrio rispetto al 2016: da un lato la consapevolezza che azioni di “lupi solitari” potrebbero colpire le maggiori città del paese (Roma e Milano in testa). Dall’altro la certezza che diffondere “inutili allarmismi” è controproducente.

Minaccia globale – Dopo i numerosi attentati del 2016 (solo in Europa: Bruxelles, Nizza, Berlino), resta alto il livello di allerta diramato dalle agenzie anti-terrorismo. Gli innumerevoli attacchi che hanno colpito al cuore l’Europa hanno fatto moltiplicare lo sforzo per contrastare il terrorismo di matrice islamista. Proprio nel nostro Paese, a Sesto San Giovanni, era finita la fuga del killer di Berlino. Ma prima di essere stanato alle porte di Milano, Anis Amri aveva attraversato indisturbato le frontiere di Germania, Francia e Italia. Una vera e propria mina vagante, capace di seminare morte al di là dei confini di appartenenza e di sfuggire ai servizi segreti di tre importanti stati europei.

gent pinotti alfano corretta

Il rischio per l’Italia – Rispondere alla domanda: “Perché in Italia non ci sono ancora stati attentati?”, non è facile. Dall’11 Settembre 2001, l’Italia è l’unico grande Paese europeo che non ha subito attacchi terroristici di matrice jihadista. Un dato che ha dell’incredibile, considerato che si trova ai piedi della Libia, un Paese in sostanziale anarchia, punto di approdo di numerosi foreign fighters. E che sulle coste italiane il flusso migratorio è assai meno filtrato di quello di altri Paesi europei. Per questa e per altre ragioni, il direttore del Dis, Alessandro Pansa, non esclude la possibilità di fenomeni di radicalizzazione islamica da parte di soggetti residenti in Italia e di attacchi da parte di “lupi solitari”.

La linea di Gentiloni – Nonostante i livelli di allarme non possano essere abbassati, il presidente del Consiglio, già ministro degli Esteri, ha usato toni pacati. Obiettivo: smorzare i toni ed evitare il rischio di inutili allarmismi. «I cittadini possono essere certi, non della mancanza di minacce, perché ignorarle sarebbe una illusione, ma della qualità delle persone che lavorano per prevenire queste minacce», ha detto Paolo Gentiloni, in una linea di cauta diplomazia, nel tentativo di superare l’equazione più sicurezza, uguale meno libertà.