Controlli intensificati negli aeroporti e nelle stazioni italiane dopo l'attacco terroristico di Parigi.

Controlli intensificati negli aeroporti e nelle stazioni italiane dopo l’attacco terroristico di Parigi.

Un biglietto per Londra e una pen drive piena di foto con mitra in mano e carte d’identità contraffatte. Un albanese di 30 anni è stato arrestato all’aeroporto Fontanarossa di Catania mentre tentava di imbarcarsi dallo scalo siciliano verso la City, con documenti falsi. Quali fossero le sue intenzioni, ancora non è chiaro. Di certo, l’uomo era già noto alle forze dell’ordine. Per la stessa ragione era stato già fermato il 13 gennaio a Malpensa, mentre cercava di salire a bordo di un aereo diretto – anche quella volta – alla capitale britannica.

Nella mattina del 22 gennaio, si è presentato al check-in di un volo per Bucarest con il suo documento originale, ottenendo così la carta d’imbarco. Passati i controlli però, invece di dirigersi verso il gate del volo per la Romania, ha preso un altro biglietto acquistato su internet con destinazione Londra. Così, ha provato ad imbarcarsi usando una carta d’identità intestata a un cittadino italiano e modificata in alcune parti. A tradirlo è stato il suo nervosismo, che ha insospettito la polizia aeroportuale. Pedinato e perquisito, il presunto terrorista è risultato in possesso non solo di documenti falsi, ma anche di una chiavetta usb con fotografie che lo mostrano in compagnia di un’altra persona con in mano un kalashnikov.

L’episodio arriva sulla scia di controlli antiterrorismo che, anche in Italia, sono stati potenziati dopo la strage di Parigi al giornale Charlie Hebdo (e non solo). Anche nel nostro Paese l’allerta resta massima, con una circolare del Dipartimento di pubblica sicurezza, datata 20 gennaio, a chiedere l’aumento delle misure di sicurezza sia in entrata che in uscita. Niente più controlli frettolosi alla frontiera: le nuove procedure suggeriscono un “sistematico accesso” alle banche dati e verifiche più accurate delle liste dei passeggeri dei voli a rischio.

Non solo le frontiere materiali, il terrorismo jihadista percorre anche gli spazi virtuali della Rete. Un kosovaro di 22 anni di Pozzaglio, nel cremonese, è stato espulso dall’Italia il 19 gennaio. Resim Kastrati, nome di battaglia Obeidullah, aveva esultato sui social network per la strage di Charlie Hebdo, dicendosi pronto ad “atti estremi” per difendere l’onore del profeta. E un altro giovane è stato espulso il 21 gennaio per aver scritto frasi inneggianti al Jihad e per aver visionato e condiviso su Facebook video e siti internet legati a cellule terroristiche. Il 26enne pakistano era residente a Civitanova Marche da dodici anni e aveva la cittadinanza italiana. Accompagnato all’aeroporto di Fiumicino, adesso rischia la pena di morte nel suo Paese.

Elisabetta Invernizzi