Per capire chi fosse Gianni Agnelli basta conoscere i suoi amici, che insieme a qualche centinaio di torinesi si sono presentati giovedì mattina in piazza San Giovanni, davanti al Duomo di Torino, per ricordare l’Avvocato a 10 anni dalla sua scomparsa.
Una transenna divide i cittadini comuni dal portone principale della chiesa dove si tiene la messa di commemorazione. In piazza, per chi non è riuscito ad entrare e per i molti che si affacciano alle finestre dei palazzi, un maxischermo trasmette le immagini della funzione celebrata dall’arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia. Dall’altra parte del sagrato i fratelli Elkann, John (con la moglie Lavinia) e Lapo, nipoti di Gianni, accolgono le personalità di spicco arrivate a ricordare il più grande tra gli Agnelli.
Uno alla volta, arrivano gli amici, imprenditori e cittadini torinesi. Ci sono Sergio Marchionne, Luca di Montezemolo e Andrea Agnelli, uomini di punta di Fiat, Ferrari e Juventus, l’impero costruito e gestito per oltre trent’anni dall’Avvocato e adesso nelle loro mani. Si accomodano in chiesa anche il ministro Profumo, Giulio Tremonti, Gianni Letta, il presidente della Fieg Giulio Anselmi. Arrivano gli ex manager Fiat Paolo Fresco e Cesare Romiti, e dalla sede della Juve – che lo celebra sul proprio sito – arrivano a rendere omaggio anche l’ad Marotta, l’allenatore Conte e il capitano Gigi Buffon.
Soprattutto, in testa alla folla c’è la massima carica dello Stato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Salutato dagli applausi dei torinesi, il Capo dello Stato è stato accompagnato nel Duomo dal sindaco Piero Fassino. Dopo il loro arrivo la messa è cominciata. Per ricordare un personaggio amato e anche controverso, ma certamente mai dimenticato.
Francesco Giambertone