La Procura di Torino ha messo la parola fine sull’inchiesta riguardante l’affido illecito di due fratellini stranieri a una coppia di donne, un’impiegata e una poliziotta. Le persone indagate sono tredici, come riportato dal Corriere della Sera, fra cui vi sono assistenti sociali, psicologi e psicanalisti privati. Sotto accusa anche quattro poliziotti, che avrebbero aiutato la collega a ottenere l’affidamento e informazioni riservate sui genitori biologici dei bambini. Tra i nomi risulta Nadia Bolognini, coinvolta nell’analogo caso di Bibbiano insieme all’ex marito Claudio Foti.

LA RICOSTRUZIONE – Correva l’anno 2013 quando una madre di origini nigeriane fu costretta a chiedere aiuto ai servizi sociali per prendersi cura dei suoi figli, una femmina di quattro anni e un maschio di due con problemi cognitivi. La donna, anziché ricevere conforto e rassicurazioni, fu soggiogata dagli operatori, che la spinsero a dare i figli in affidamento a una coppia di due donne. Secondo le ricostruzioni, da qui partirebbe la vicenda di affido illecito di questi due bambini.

Per ottenere l’adozione, secondo il Corriere della Sera, le madri affidatarie si sarebbero rivolte alla psicoterapeuta Nadia Bolognini. Le sue relazioni confermarono le difficoltà del bambino. Non è tutto, perché nei resoconti della psicoterapeuta comparvero anche degli abusi che sarebbero stati commessi dal padre naturale. Proprio questa analisi spinse le psicologhe del Tribunale e gli assistenti sociali a sporgere denuncia, anche in virtù di un silenzio tombale proveniente dalla madre naturale, e ad avviare le pratiche per l’adottabilità. Ma niente di tutto questo sarebbe mai successo. La Procura di Torino ha rovesciato le accuse, dirette ora alla coppia torinese per maltrattamenti e manipolazioni, in un caso che somiglia velatamente a un altro: quello di Bibbiano.

AFFIDAMENTI ILLECITI A BIBBIANO – Al centro del caso scoppiato in provincia di Reggio Emilia due anni fa si trovano sempre dei bambini. Piccoli sottratti alle famiglie originarie e affidati ad altre persone a causa di dichiarazioni e relazioni falsificate. Le indagini su Bibbiano presero il decollo nel 2018 in seguito a un aumento esponenziale e sospetto di abusi sessuali su minori, e di conseguenti provvedimenti di allontanamento, nel comune emiliano e nella zona della Val D’Enza. Le manipolazioni sui minori avevano l’obiettivo di strapparli ai genitori naturali, di dare forma a delle realtà false o distorte per giustificare l’affidamento ad altri nuclei familiari.

I bambini venivano trasferiti presso “La Cura“, una struttura pubblica di Bibbiano a sostegno delle vittime di violenza, di maltrattamenti e abusi sessuali. La sua gestione era affidata al centro studi denominato “Hansel e Gretel”, i cui responsabili erano Claudio Foti e la già citata Nadia Bolognini, scrive The Post Internazionale. L’inchiesta dal nome “Angeli e Demoni“, grazie alle registrazioni raccolte dagli inquirenti, ha portato alla luce le distorsioni attuate sui bimbi in modo tale da convincerli di aver subito abusi mai verificatisi.

A fine 2021, l’ex responsabile Claudio Foti è stato condannato in primo grado a quattro anni con rito abbreviato. La Procura, invece, aveva chiesto una condanna di sei anni per reati di abuso d’ufficio e lesioni gravissime. Il 9 giugno 2022 ha preso il via il processo in Corte d’Assise a Reggio Emilia per i falsi affidi. Nessuno dei diciassette imputati, compresa Nadia Bolognini, si sarebbe presentato in aula alla prima udienza, come raccontato da Repubblica.