Uno sgombero a più tappe. E la terza è partita all’alba dell’11 marzo. Digos e Carabinieri sono tornati al Moi di Torino, il villaggio olimpico occupato da centinaia di immigrati irregolari.  Tra le 150 e le 200 persone hanno dovuto abbandonare la palazzina blu del complesso, il vecchio deposito dei Mercati ortofrutticoli all’ingrosso, riqualificato per le Olimpiadi invernali del 2006.  E il sindaco Appendino annuncia: “Verranno seguiti in percorsi d’inclusione”

“Sgombero dolce” – Le operazioni sono partite verso le 6.30 quando le forze dell’ordine hanno chiuso via Giordano Bruno per facilitare quello che è stato definito lo “sgombero dolce”. Gli ex inquilini delle palazzine saranno infatti inseriti in un progetto ricollocazione e inclusione che vede coinvolte diverse cooperative. Alle 8.30 erano poche le persone che ancora dovevano lasciare lo stabile. In questo progetto sono coinvolte Prefettura, Questura e Comune di Torino, insieme con la Diocesi, la Regione Piemonte e la fondazione Compagnia di San Paolo. Quest’ultima ha messo in campo dei mediatori culturali che si sono occupati di identificare molti dei migranti e che troveranno accoglienza negli spazi gestiti dalle cooperative. Per coloro che ancora devono essere identificati ci sarà invece il trasferimento provvisorio al centro della Croce Rossa di Castello di Annone, in provincia di Asti.

Il commento di Salvini – «Avanti con sicurezza e legalità! Dopo anni di chiacchiere, dalle parole ai fatti». Così ha commentato su Twitter la ripresa degli sgomberi il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Proprio il Viminale il 5 marzo scorso ha stanziato 800mila euro per accelerare le operazioni per liberare l’area. Una cifra che è stata messa a disposizione dopo un recente incontro a Roma con il sindaco Appendino. Stando al programma, lo sgombero definitivo dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno. Fino ad ora sono stati liberati gli interrati e una prima palazzina. Il prossimo intervento verrà effettuato durante l’estate.

«Priorità lavoro» – Ringraziamenti per il contributo e per l’appoggio del ministero dell’Interno sono arrivati da Sonia Schellino, assessore al Welfare del Comune di Torino, presente allo sgombero. «Ora la questione più importante è il lavoro – ha ricordato -. Bisogna aiutare queste persone a diventare autonome e, quando potranno pagarlo, a ottenere un affitto, così da liberare altri posti». Soddisfazione è arrivata anche dal sottosegretario all’Economia Laura Castelli, deputata torinese del Movimento 5 Stelle. «Non ci siamo mai arresi alla possibilità di superare la retorica della ruspa e Torino è un esempio. Fare le cose nel rispetto dei diritti dei più deboli e della legge è possibile».