meningite

La meningite fa altre due vittime a Livorno e Firenze. Due decessi nell’arco di 24 ore. Questo il bollettino che fa nuovamente scattare l’allarme in Toscana.

Lilia Agata Acaputo, 64 anni, professoressa in pensione, ha perso la vita dopo un mese di ricovero all’ospedale di Livorno. La donna, residente a Viareggio (Lucca), aveva avvertito i primi sintomi lo scorso 24 ottobre e subito erano scattate le cure. Le sue condizioni si sono aggravate nelle ultime ore e nella mattina del 22 novembre la donna è deceduta a causa di complicazioni legate ad una vasculite cerebrale. Stesso destino della 45enne, immigrata russa, che all’alba del 21 novembre era stata portata priva di sensi all’ospedale di Santa Maria Nuova, Firenze. La donna, collaboratrice domestica, aveva febbre alta e dolori addominali, sintomi dell’infezione meningitica. Dalle 5 alle 7 del mattino ha ricevuto le prime cure, ma le sue gravissime condizioni hanno reso impossibile ai medici salvarla.

Altri due casi che si aggiungono alla lista di decessi da meningococco C in Toscana. Negli ultimi due anni si contano 13 vittime e 57 ricoveri. Secondo Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), «questo ennesimo caso dimostra che il ceppo ipervirulento ST-11 sta continuando a circolare. Nell’ultimo mese, infatti, sono stati registrati altri 4 casi». Un’emergenza che ha raddoppiato il numero di richieste di vaccinazione al Centro di prenotazione della Asl Toscana centro. Al momento il vaccino resta la migliore soluzione all’alto tasso di mortalità del batterio, i cui sierotipi A, B, C, Y e W135 sono frequente causa di malattia. Il medicinale è iniettato gratuitamente e in Toscana circa il 90% dei bambini di fascia d’età compresa tra gli 0 e gli 11 anni è coperta, ma sono molti i casi in cui la prevenzione è assente. La preoccupazione dell’Iss è soprattutto per gli adulti e gli adolescenti, più esposti ad un contagio. Il batterio si propaga per via aerea: nella maggior parte dei casi è presente nelle vie respiratorie di portatori sani e l’uomo è il suo unico serbatoio di infezione.

I dati dell’Istituto Superiore di Sanità sui casi di malattia invasiva da meningococco (Neisseria meningitidis) aggiornati al 4 aprile 2016 certificano la problematicità del caso toscano. Nell’ultimo anno sono ben 19 i ricoveri per infezione dal batterio, che si aggiungono ai 38 focolai dell’anno precedente. Più bassi i numeri per le altre regioni d’Italia: nel 2016 seguono Piemonte con 7 casi e Lazio ed Emilia-Romagna con 6. Dati più incoraggianti rispetto al 2015 soprattutto in Lombardia che è passata dai 33 ricoveri dell’anno precedente ai soli 5 del 2016.

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Intanto è corsa alla prevenzione. Una battaglia che vede tra i suoi capifila anche Bebe Vio, la campionessa paralimpica che nel 2008 subì l’amputazione degli arti per far fronte all’infezione. La diciannovenne schermitrice, in un’intervista al Tirreno del 28 ottobre, ha raccontato di come i medici avessero sconsigliato ai genitori la vaccinazione a causa della sua giovane età. «A chi ha avuto la meningite ed è sopravvissuto vorrei dire di raccontare la propria storia per sensibilizzare le persone alla vaccinazione: è una questione importantissima e più se ne parla meglio è», era stato il suo appello.