Un carico umano scaricato alle porte dell’Europa come non si era mai visto negli ultimi anni. Nei primi cinquantasette giorni del 2023 sono sbarcate in Italia 14.104 persone. Nello stesso periodo, nel 2022 erano state quasi un terzo (5.345), poco più di 4 mila nel 2021.
Nella notte fra domenica e lunedì un’imbarcazione, partita da Smirne, ha attraversato la rotta jonica, quella che parte di solito dalle coste turche per arrivare in Calabria e Salento, ed poi è naufragata al largo dei Steccato di Cutro, a pochi chilometri da Crotone. La rotta del naufragio è solo uno dei corridoi attraverso cui un’umanità disperata cerca di entrare in Europa.

Resti del naufragio sulla spiaggia di Steccato di Cutro (Fonte: Ansa / Carmelo Imbesi)

La via delle acque – Il Mediterraneo è un attraversamento quasi obbligato per chi vuole arrivare nel Vecchio Continente. Nelle sue acque si snodano tre rotte principali: orientale, centrale, occidentale.
Dai porti della Turchia si parte per la rotta orientale, che attraversa la prima parte del Mediterraneo per arrivare principalmente in Grecia, Bulgaria e sull’isola di Cipro e della quale la rotta ionica sarebbe una variante. Dall’inizio dell’anno, 1.582 migranti provenienti da Siria e Palestina, ma anche da Sierra Leone, Nigeria, Somalia attraversano queste acque considerate più calme rispetto a quelle centrali, per intenderci fra Libia e Sicilia. Alcune delle imbarcazioni proseguono ancora, superano i Balcani e arrivano fino alle coste orientali dell’Italia. Nel 2015, attraverso la rotta orientale sono transitati quasi 900 mila migranti: un numero che non si è più ripetuto.
La rotta principale per arrivare nella penisola è quella centrale. Dalla Libia e in misura minore dalla Tunisia, il percorso che attraversa in verticale il Mar Mediterraneo raccoglie la maggior parte del carico umano. Gran parte di loro ha attraversato il Sahara, fermandosi poi in Libia nella speranza di riuscire a partire. Dal 1° gennaio 2023 sono in 4.256, un quarto di loro vengono da Costa D’Avorio e Guinea, ma anche egiziani e tunisini provano la traversata.
Sul fronte occidentale, la rotta punta alla Spagna: da qui sono passati in 1.292 da inizio anno. I migranti, che partono dall’Algeria e dal Marocco, attraversano il mare oppure puntano direttamente su Ceuta e di Melilla, enclave spagnole in terra marocchina. Fra i paesi di provenienza non solo quelli del Maghreb come Algeria e Marocco, ma anche dell’Africa Subsahariana come Senegal e Guinea.

Via terra – Per arrivare in Europa, i migranti non affrontano soltanto il pericolo del mare: fra le rotte principali c’è quella che attraversa i Balcani. Secondo Frontex – l’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera – il numero di migranti che hanno affrontato questo percorso è calato drasticamente dalla crisi del 2015, tornando a salire nel 2019. Il numero è cresciuto negli ultimi tre anni: nel 2022 sono stati in 145 mila ad affrontare un viaggio della speranza attraverso Albania, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro e Serbia, sfidando la polizia croata che, all’arrivo dei migranti, li respinge verso il confine bosniaco.
Nel 2022, poco più di 180 mila migranti hanno solcato le acque del Mediterraneo nella speranza di sbarcare vivi in Europa.