Maxi indagine dei carabinieri nel carcere romano di Rebibbia per traffico di droga e certificazioni false tra le mura della casa circondariale. A promuoverlo uno psicologo e un avvocato, ora ai domiciliari, insieme ad altre 30 persone. Le forze dell’ordine, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma (Dda), hanno scoperto l’esistenza di un sistema illecito all’interno del Servizio per le Dipendenze (Ser.D.) dell’Asl Roma 2 che opera nella casa circondariale, volto a far ottenere misure alternative ai detenuti attraverso certificazioni false.
Il sistema dello psicologo – Nello specifico, il sistema era finalizzato all’ammissione dei detenuti a misure alternative alla detenzione, basate sulla redazione di certificazioni false che attestano uno stato di tossicodipendenza o comunque precarie condizioni psicologiche. Per questo filone di indagine sono quattro le misure cautelari eseguite dalla polizia penitenziaria: due arresti domiciliari – per lo psicologo del Ser. D. e per un avvocato – e due misure interdittive della sospensione dal servizio pubblico per un anno.

Photo Ansa
Droga e narcotraffico – Il secondo filone di inchiesta ha portato all’emissione di un’ordinanza nei confronti di 28 persone grazie al monitoraggio all’interno del carcere di un detenuto, personaggio di spicco del narcotraffico romano. Questi avrebbe intrattenuto contatti con lo psicologo ai domiciliari e con due avvocati (solo uno dei due in arresto), incaricati di trasmettere messaggi e direttive all’esterno, così da far proseguire il traffico di stupefacenti nel quadrante sud-est della Capitale.
Grande operazione – Nelle operazioni sono coinvolti circa 300 carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Frascati e dei Comandi dell’arma territorialmente competenti, nelle province di Roma, Napoli, Avellino, Viterbo, L’Aquila, Teramo, Imperia e Bergamo.
Il carcere di Rebibbia – Secondo il rapporto 2024 di Antigone, il carcere romano, uno dei più grandi del paese, è l’ennesimo esempio di sovraffollamento. Quasi 1.500 le persone detenute a fronte di una capienza regolamentare di 1.178 posti, con la presenza di un agente ogni 3,23 detenuti. Nonostante nel 2023 siano iniziati i lavori di ampliamento con la costruzione di un nuovo padiglione – il G10 – attualmente sono ancora sospesi. Mentre procedono a rilento i lavori per la linea B della metropolitana romana, che dovrebbe collegare la città al cercere. L’attenzione intorno al complesso si è riaccesa lo scorso 26 dicembre, quando Papa Francesco ha aperto la seconda Porta Santa dopo San Pietro. Nel corso del 2024 a Rebibbia ci sono stati tre suicidi degli 89 totali nelle carceri italiane.